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Dibba "molla" già i dissidenti "Non guido correnti o partiti"

L'ex grillino batte in ritirata e non vuole prendersi sulle spalle i fuoriusciti: "Espulsioni da valutare su Rousseau..."

Dibba "molla" già i dissidenti "Non guido correnti o partiti"

È un Dibba che ne ha per tutti, quello che parla durante la sua diretta su Instagram: accusa tanti di essere pavidi ma è lui stesso in primis a non assumersi la responsabilità delle sue scelte e ad annunciare che non farà nulla per andare contro il Movimento CinqueStelle. Quanti si aspettavano, quindi, che avrebbe finalmente spiccato il volo da solo tramite una sua creatura politica, prendendo una posizione netta rispetto agli ex colleghi grillini dopo l'ultimo strappo e le infinite chiacchiere, rimarranno delusi.

"Salvini cercherà di picconare il governo ma non se la prenderà con Draghi perché un pavido. Salvini aveva paura di andare al voto e prendersi la responsabilità di governare", spiega Dibba ai suoi followers. Anche FdI non sarebbe messo meglio:"Meloni non farà vera opposizione: sarà un'opposizione elettorale, non sostanziale. Attaccherà il Pd e i Cinquestelle, ma anche lei si comporterà in maniera pavida". Tutti pavidi, dunque, ma anche Dibba preferisce navigare a vista senza allontanarsi troppo dalle acque "familiari" del Movimento, pur se turbolente. "Io non ho cambiato idea. Non sono io a non pensarla più come il M5s, ma è il M5s a non pensarla come me. Non farò scissioni, non farò correnti". Ovvero ciò che non ci si attenderebbe di sentire da chi ha deciso di non sposare le scelte del padre spirituale del partito, dopo aver ingoiato mille altri rospi e giravolte vorticose. "Non c'è nulla di tutto questo, ma non ho cambiato idea". Tenere i piedi in due staffe, forse, potrebbe aiutare a non perdere troppo l'equilibrio. "Un mese fa ho ricucito con molti esponenti che mi hanno riconvolto perchè Renzi stava aprendo la crisi. Mi è stato chiesto di dare una mano. Mi è stato detto che la linea era con Conte e mai con Renzi. Mi andava bene, mi è stato assicurato che la linea non sarebbe cambiata", precisa ancora. "Ho detto va bene, ero contentissimo. Ma quando si è deciso di tornare con Renzi ho detto: io non cambio idea". Non cambia idea, Dibba, eppure "Non sto organizzando correnti, scissioni. Non sto fondando partiti. Sto provando a dedicarmi da fuori a portare avanti determinate battaglie, come ho fatto in questi anni. Voglio fare questo".

E sulla questione espulsioni per i dissidenti grillini? "Se fossi stato un parlamentare avrei votato No alla fiducia. Non sono d'accordo con la scelta di espellere i 15 senatori che hanno votato in dissenso. Sarebbe una soluzione far votare gli iscritti, come ha detto Morra, con un quesito che sia su questo molto, molto chiaro. E credo che la maggioranza degli iscritti voterebbe no", spiega Dibba, appellandosi ancora una volta, evidentemente, alla "democraticità" della piattaforma Rousseau.

No al governo Draghi, quindi, spiega su Instagram. "È una accozzaglia indecorosa, è un assembramento parlamentare pericoloso". Un esecutivo che non farà il bene del Paese, dichiara ancora Di Battista: "Draghi per me è l'antitesi rispetto a determinate idee sullo stato sociale e sull'attenzione al piccolo, alle piccole imprese. Se poi dovesse convertirsi a quanto è maggiormente colpito in questo periodo bene venga, ma io non mi fido". Una scelta, quella del governo dell'ex presidente della Bce, probabilmente guidata nell'ombra da altri politici. E dopo palazzo Chigi l'ex membro di Goldman Sachs potrà ambire anche al Colle? "Non sempre le cose vanno come sembra.

Prodi e Marini, ad esempio li davano come certi".

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