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Salvini: "Gli evasori in galera". E il prelievo forzoso è un caso

Il leghista insiste sulla pace fiscale, impegno elettorale del centrodestra. Swg: così un italiano su 4 paga a rate

Salvini: "Gli evasori in galera". E il prelievo forzoso è un caso

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Salvini: "Gli evasori in galera". E il prelievo forzoso è un caso

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Si vis pacem para bellum, se vuoi la pace (fiscale) preparati alla guerra. Dopo il botta e risposta tra Matteo Salvini che ha invocato una tregua con l'Erario e il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, secondo cui «il condono è ingiusto per chi paga le tasse», parlano le carte. L'esecutivo cita espressamente la «pace fiscale» a pagina 5 del programma Per l'Italia, accordo quadro per un governo di centrodestra, dove si parte dal «saldo e stralcio» (cioè dalla rottamazione delle cartelle), in nome di un generico «accordo tra cittadini ed Erario per la risoluzione del pregresso» che è alla base della delega fiscale scritta dal viceministro alle Finanze Maurizio Leo (Fdi) ora alle Camere.

Dunque, invocare la pace fiscale non significa incitare all'evasione ma sottolineare uno degli impegni su cui il centrodestra si è guadagnato la fiducia degli italiani alle Politiche del 2022. D'altronde, come rivela un recente sondaggio Swg che circola tra gli addetti ai lavori, il problema delle cartelle nasce dalla necessità di dilazionare o ritardare dei pagamenti per scarsa liquidità. È la crisi, come sostiene da tempo il Giornale, a rendere stringente la necessità di venire incontro alle esigenze dei contribuenti. Almeno 4 italiani su 10 «fanno ricorso a strumenti di dilazione», cioè giocano con i cosiddetti sfasamenti temporali. Spendono prima i soldi che pensano di incassare dopo. Il 35% ha ritardato almeno un pagamento negli ultimi 12 mesi, un italiano su quattro ha in mente o ha già deciso di pagare bollette, tasse, imposte o affitti in ritardo. Di rimandare, per necessità e non per furbizia o volontà di «evadere», persino le rate del mutuo e dei prestiti, con il rischio di finire vittima di una spirale da cui è difficile uscire.

I trucchetti che il 44% degli italiani in bolletta hanno usato almeno una volta sono gli stessi: utilizzare le carte di credito per spostare le spese al mese successivo, pagare le rate delle carte di credito in più soluzioni (come con le carte di credito revolving, con pericolosi tassi d'interesse in doppia cifra) acquistare online ma a rate, chiedere soldi ad amici o parenti, fino al piccolo prestito in banca o in una delle finanziarie che offrono anche fino a 30mila euro in 24-48 ore a tassi intorno al 14-16%.

Confondere la dilazione dei pagamenti per difficoltà di liquidità con l'evasione fiscale che ogni anno si mangia 100 miliardi di euro è un inganno verbale su cui la sinistra sta conducendo la sua propaganda. «Io parlo a nome di chi ha hanno fatto la dichiarazione dei redditi e poi non ha pagato causa Covid o guerra», dice a Cagliari il leader della Lega. «Piuttosto che tenerli come fantasmi in ostaggio, chiediamo loro una parte: lo Stato incassa e loro sono liberi». Altro è incoraggiare i furbetti. «Per gli evasori totali, che non hanno mai fatto una dichiarazione dei redditi il posto è la galera, non altro», ribadisce il ministro dei Trasporti. La pace passa prima dal buon esito della rottamazione Quater. Perché non salti come le precedenti, servono maggiori dilazioni e rate più piccole. «Il sistema del fisco non è sostenibile - ragiona Matteo De Lise, presidente dei giovani commercialisti - pressione fiscale, spese accessorie, sanzioni interessi sono i fattori che più incidono su aziende e contribuenti».

Servirebbe un po' di buon senso anche per spegnere le polemiche che turbano anche chi nel centrodestra pensa che quella del leghista sia una boutade dal sapore elettorale (come il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato, che parla di «intervento intempestivo») e per ridimensionare lo scontro tra Salvini e Ruffini: «La ragione è nel mezzo», dice De Lise. Ma l'opposizione preferisce gettare benzina sul fuoco: «Chiederemo l'audizione del capo delle Entrate».

Mentre Matteo Renzi di Italia Viva protesta contro l'ok al prelievo forzoso nei conti degli evasori previsto nella delega: «Anziché abbassare le tasse, il governo permette all'Agenzia delle Entrate di portare via i soldi delle tasse o delle multe», si lamenta l'ex premier. Ma l'evasione si deve combattere o no?

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