Salvini fugge a Lampedusa, Renzi in "esilio" su Facebook

Il sabato dei due Matteo mentre a Roma si celebra il 60à anniversario dei Trattati di Roma

Salvini fugge a Lampedusa, Renzi in "esilio" su Facebook

Roma - Giornataccia per i nostri due Matteo. Renzi e Salvini hanno dovuto lasciare la ribalta mediatica a sindaci grillini, nuovi inquilini di Palazzo Chigi e alfieri dell'Europa unita. Mentre il primo si è limitato a sparute sortite sui social network, il secondo ha fatto molto di più. Ha tentato il colpaccio del viaggio a Lampedusa. La tempistica non l'ha aiutato e si è visto costretto a sortite ironiche sempre sui social, causa sciopero delle agenzie di stampa. E così prima pubblica il classico selfie con un gruppo di isolani accompagnato da una didascalia trionfale e polemica a un tempo: «Accoglienza spettacolare a Lampedusa! Mentre la Merkel e Renzi festeggiano (cosa?) a Roma, io propongo un'altra idea di Europa: più lavoro e meno finanza, più sicurezza e meno clandestini». Chiuso dal solito slogan: «Prima gli italiani». Non pago, qualche ora dopo - quando ormai è tempo di tornare sulla terra ferma - pubblica un secondo scatto dove si vedono alcuni immigrati mentre giocano a pallone. Con didascalia più sarcastica che ironica: «Pomeriggio impegnativo per i richiedenti asilo ospiti a Lampedusa». Insomma il senso della visita nell'avamposto italiano sul Mediterraneo meridionale si riduce in due foto e in un vassoio di ottimi cannoli siciliani.

L'altro Matteo, Renzi, si può consolare pensando che almeno è in cima ai pensieri del suo omonimo. Lui infatti non sta sotto i riflettori come suppone il leader della Lega. Non è in Campidoglio ad accogliere la Merkel come fanno la Raggi, Gentiloni e Alfano. Lui è chiuso nella sua torre di controllo dove smista messaggi e appelli sempre da lanciare sui social network. Vorrebbe parlare soltanto del papa a Milano. Però gli scappa un post su quanto avveniva a Roma. Parte bene augurando buon lavoro ai suoi ex colleghi poi esalta l'istituzione sovranazionale. «L'Europa - scrive sulla sua pagina Facebook - è la più grande conquista politica del Ventesimo secolo.

A tutti noi il compito di essere all'altezza dei padri fondatori». Ma non può lasciare la ribalta mediatica senza aver almeno lanciato un messaggio politico «Viva l'Europa - conclude - che si occupa del lavoro e dell'immigrazione, non solo dei decimali e dell'austerità».

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