Festival di Sanremo

Salvini fuori dal coro punge Mattarella e lo show di Benigni. La sinistra gliele canta e Amadeus sbotta

Aveva già esibito tutta la sua insofferenza sullo Zelensky sanremese. Ma questa volta, davanti ai microfoni di Rtl102.5, Matteo Salvini proprio non si tiene e bistratta anche il presidente Sergio Mattarella

Salvini fuori dal coro punge Mattarella e lo show di Benigni. La sinistra gliele canta e Amadeus sbotta

Aveva già esibito tutta la sua insofferenza sullo Zelensky sanremese. Ma questa volta, davanti ai microfoni di Rtl102.5, Matteo Salvini proprio non si tiene e bistratta anche il presidente Sergio Mattarella che l'altra sera si era materializzato all'Ariston. «Se ha scelto di andarci - afferma il leader della Lega - ha diritto di svagarsi anche il capo dello Stato». Parole quasi sprezzanti che il ministro delle Infrastrutture inserisce in un ragionamento in cui ne ha per tutti, dal solito Zelensky, ormai bersaglio fisso, a Roberto Benigni che dal palco aveva difeso la Costituzione: «Non penso che la Costituzione abbia bisogno di essere difesa dal palco di Sanremo che è la storia di Morandi e Ruggeri, di Luigi Tenco. Riempire il Festival - prosegue il numero uno del Carroccio - di contenuti extra festival, dalla guerra ad altro, non mi piace». E poi, per chi non avesse ancora capito, Salvini diventa esplicito: «Che non ci sia la presenza di Zelensky quanto meno non mi dispiace perché portare la guerra fra i Cugini di Campagna, Blanco, Giorgia e Ultimo mi sembra fuori luogo. Ma anche parlare di Mattarella si o no...».

«Sono quattro anni che Salvini se la prende con il Festival - replica asciutto Amadeus - basta non guardarlo. Spero che sabato sceglierà un bel film». Che poi è esattamente quello che il ministro ha intenzione di fare. Il conduttore non va oltre, ma il Palazzo, che aveva appena finito di litigare sul videomessaggio del presidente ucraino, ridotto poi a una piatta comunicazione scritta, si accende come un falò. La predica salviniana è troppo forte e scorretta per non suscitare ondate di critiche e risposte acuminate. «Quando non c'è un Donzelli o un Fazzolari di passaggio - afferma Osvaldo Napoli della segreteria di Azione - ci pensa Matteo Salvini a lanciare qualche palata di fango sulle istituzioni e sui loro rappresentanti. Le parole su Mattarella sono state pronunciate da un esperto di svaghi». Sulla stessa linea l'ex ministra Mara Carfagna: «Solo Salvini poteva banalizzare la presenza di Mattarella. Solo lui poteva dire che il Presidente è andato a Sanremo per svagarsi. Sono parole imbarazzanti».

Insomma, dalle parti del centrosinistra è tutto un coro di voci indignate. «Salvini continua a cercare armi di distrazione di massa dalla sua caduta libera- dice l'eurodeputata del Pd Alessandra Moretti - Lasci stare Mattarella che a Sanremo è andato non certo a svagarsi ma a promuovere il nostro bene più prezioso: la Costituzione».

Dunque, con quei commenti Salvini riesce a inimicarsi mezzo Parlamento. Ma non contento punta il dito anche contro la pallavolista Paola Egonu: «Spero che non faccia una tirata sull'Italia Paese razzista, perché gli italiani possono avere tanti difetti fuorché quello di essere razzisti. Mi auguro che gli italiani, che già hanno tanti problemi, non si sentano colpevolizzati da tizio o caio che usano la tv pubblica per fare la morale a qualcuno».

Questa volta è Pierfrancesco Majorino, candidato per il centrosinistra alla Regione Lombardia, a pungere: «Salvini come al solito ha paura che venga affrontato un tema che lui ha fatto crescere: l'aumento dell'intolleranza verso le persone di origine straniera». Poi l'aspirante governatore torna sul Quirinale: «Salvini che spiega a Mattarella come comportarsi è l'ultima scena a cui avrei immaginato di assistere. Salvini taccia e faccia questo lavoro che da ministro mi pare stia facendo molto poco».

Insomma, l'esternazione riesce compattare l'opposizione che si divide su tutto ma ritrova la chimica giusta sul Festival.

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