Salvini guida la corsa e silura il premier. "I nomi? Da 2 a 4, subito scheda bianca"

Il centrodestra continua a lavorare per una candidatura unitaria. Oggi il leader del Carroccio vedrà Letta. Tra i nomi possibili spunta l'ex pm Nordio

Salvini guida la corsa e silura il premier. "I nomi? Da 2 a 4, subito scheda bianca"

Con ogni probabilità alla prima votazione i grandi elettori del centrodestra consegneranno alle urne delle schede immacolate. È quanto emerso dalla riunione dei parlamentari e dei vertici della Lega con Matteo Salvini ieri pomeriggio. L'incontro è arrivato dopo la «lunga e cordiale telefonata» tra il leader leghista e Silvio Berlusconi. Un lungo colloquio per tratteggiare, soprattutto, l'identikit del possibile candidato alla presidenza della Repubblica. Il passo indietro del presidente azzurro ha azzerato la corsa al Quirinale e porta il centrodestra a ripensare la strategia per avanzare candidature adeguate. «Il presidente Berlusconi - commenta la vicepresidente dei senatori azzurri, Licia Ronzulli -, da vero statista, ha scritto un'altra pagina fondamentale della storia italiana. Adesso il centrodestra dovrà proporre un nome altrettanto adatto a rappresentare l'Italia nel mondo e il governo Draghi deve andare avanti per garantire continuità alla sua azione». Su questo punto continua a dirsi convinto anche il leader leghista. «Sarebbe pericoloso per l'Italia - dice - in un momento difficile come questo reinventarsi un nuovo governo da capo. Così si fermerebbe il Paese per giorni e giorni. E la Lega non vuole questo». Salvini ha poi ricordato che i nomi seguiranno. Ora è il momento del dialogo e dopo aver ringraziato pubblicamente il leader azzurro per aver fatto cadere le pregiudiziali e i veti del centrosinistra con il suo generoso passo indietro, avverte Letta: «Basta con i veti, non è il modo migliore e più veloce di scegliere il nuovo presidente: ora soltanto proposte». Salvini ha sottolineato che il centrodestra è forza di maggioranza relativa e dunque non è possibile porre veti ideologici alle sue candidature. Visto che tra l'altro, sottolinea il capo del Carroccio, si tratterà di «uomini e donne di grande personalità e di spessore istituzionale». Forza Italia e Lega, pongono dei paletti per il percorso sul quale condurre la trattativa. E soprattutto ritengono necessario dare garanzia al governo di unità nazionale nel suo lavoro e nella sua continuità. Sia il partito di Giorgia Meloni che quello di Berlusconi riuniscono soltanto oggi in tarda mattinata i proprio grandi elettori. Segno che al momento non c'è una vera trattativa in corso perché si aspetta di capire come procederà la prima votazione di questo pomeriggio. La candidatura di Berlusconi aveva evitato ai partiti di centrodestra di pesare le proprie rappresentanze. Ora, con il suo passo indietro le cose cambiano. «Vorremmo un candidato presidente riferibile all'area culturale del centrodestra che sappia difendere gli interessi della nostra nazione» commenta su Twitter Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia. Il partito della Meloni, spiega il parlamentare, non rinuncerà a fare proposte pur contando soltanto 64 grandi elettori. Di scuro, aggiunge il suo collega di partito Ignazio La Russa, «non porremo veti per candidatura di alto profilo». I partiti di centrodestra si guardano bene dal fare nomi che potrebbero essere «bruciati» nelle prime votazioni. Però tra gli addetti ai lavori circolano suggestioni corpose. La prima ovviamene riguarda il nome di Draghi. Il premier di sicuro non è il candidato di Forza Italia e Lega. Il ragionamento è semplice: l'emergenza non è finita e quindi nemmeno il compito di questo governo di unità nazionale. Più sfumata la posizione di Fratelli d'Italia. Il blocco degli oltre trecento grandi elettori di Forza Italia e Lega, fanno notare gli osservatori politici, rappresenta però un ostacolo notevole alla difesa della candidatura di Draghi. Tra i nomi che circolano, e che potrebbero essere portati da Salvini al tavolo con il segretario del Partito democratico Enrico Letta in programma oggi, ci sono quello del presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, quello dell'ex presidente del Senato, Marcello Pera, e quello di Letizia Moratti.

Dagli ambienti di Fratelli d'Italia si sussurra anche il nome dell'ex magistrato Carlo Nordio. Mentre Pier Ferdinando Casini, entrato in Parlamento in un collegio uninominale bolognese come candidato del Pd, non piace alla Lega.

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