L'emergenza abitativa è il vero banco di prova per il governo. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini (in foto), davanti alla Commissione Ambiente della Camera ha rilanciato la centralità del tema. "Siamo ben consapevoli delle proporzioni che il disagio abitativo ha assunto nel nostro Paese", ha detto spiegando che la strategia "non parte da zero" e punta a mettere a terra i programmi già finanziati, come il Pnrr e il Piano nazionale complementare, per un totale di 106mila alloggi e risorse per 6,5 miliardi.
Nel mirino, ha sottolineato il vicepremier, c'è un piano casa che offra risposte concrete e immediate, anche grazie ai 660 milioni già disponibili. "Stiamo lavorando con il ministro Foti per utilizzare i fondi non spesi dalle Regioni del Fondo sviluppo e coesione. Eventualmente potremo integrare con risorse del Fondo sociale per il clima, ma non è su quello che stiamo basando il piano", ha rimarcato.
Il progetto guarda oltre l'emergenza, verso una nuova stagione di edilizia sociale "differenziata per categorie, con particolare attenzione ai giovani, alle coppie e ai genitori separati". L'idea è introdurre "un modello di housing con riscatto progressivo dell'immobile", un rent to buy pensato per chi non accede al credito bancario ma non rientra nell'edilizia popolare. "Vogliamo offrire soluzioni stabili e sostenibili, che permettano di costruire un progetto di vita autonomo", sottolinea Salvini.
Il piano casa si intreccia con la riforma più ampia del settore: la delega per il nuovo Testo unico dell'edilizia, che il governo conta di portare in Consiglio dei ministri entro novembre. Dopo il naufragio del decreto salva-casa per l'opposizione delle Regioni, il ministero ha scelto la via della legge delega, che concederà all'esecutivo 18 mesi per riscrivere in modo organico le regole del settore. La bozza prevede uno sportello digitale unico, silenzio-assenso, criteri uniformi per lo stato legittimo degli immobili e sanzioni proporzionate alla gravità degli abusi. L'obiettivo, ha evidenziato il ministro, è "ridurre gli oneri per cittadini, imprese e Comuni" e creare un quadro normativo uniforme.
Sul fronte economico Salvini ha difeso le bandiere leghiste nella legge di bilancio. "La rottamazione allargata resta sul tavolo, assolutamente sì", ha assicurato ricordando che "c'è un miliardo e mezzo già da quest'anno" e che l'obiettivo è cancellare le cartelle fino a dicembre 2023. Sulla tassazione degli affitti brevi ha ribadito che "il 21% può rimanere una misura congrua". Nel pacchetto della manovra spunta anche la tassa anti-fast fashion, un prelievo di 2 euro sui pacchi sotto i 2 chilogrammi euro provenienti da Paesi extra Ue, pensato per frenare i colossi cinesi dell'e-commerce come Shein e Temu. Per finanziare le modifiche si parla anche di una riforma della tassazione dell'oro.
In un contesto di risorse limitate - appesantito dal costo del Superbonus, arrivato a 127,9 miliardi di detrazioni - Salvini ha scelto di lasciar trasparire
a propria irritazione per i ritardi dei cantieri, mettendo nel mirino la concessione di Autostrade per l'Italia. "O fanno tutto quello che si sono impegnati a fare o sono disponibile a rivedere tutto", ha tagliato corto.