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Tosi è fuori dalla Lega Nord

Alla fine è rottura. Salvini: "Non si possono alimentare beghe o correnti". E Tosi sbotta: "Caino travestito da Abele"

Tosi è fuori dalla Lega Nord

Alla fine è rottura. E Flavio Tosi è fuori dalla Lega Nord. "Ho provato mediazioni di ogni tipo - ha commentato amareggiato Matteo Salvini - ma, purtroppo ricevendo solo dei no, sono costretto a prendere atto delle decisioni di Tosi e quindi della sua decadenza da militante e da segretario della Liga Veneta". Fino all'ultimo, nonostante i ripetuti ultimatum che gli erano stati dati, il sindaco di Verona si è ostinatamente opposto sia alla figura del commissario sia alla chiusura della fondazione. "Se insisterà nel volersi candidare contro Zaia, magari insieme ad Alfano e a Passera, per aiutare la sinistra - continua Salvini - penso che ben pochi lo seguiranno".

Il segretario ed il sindaco non si sono sentiti. Salvini ha passato tutta la giornata a Strasburgo in attesa di un segnale del sindaco ribelle. Tosi, oggi a Roma, è stato rimasto ad un passo dall’addio alla Lega Nord per tutto il giorno. Il motivo del contendere è la formazione delle liste ufficiali del Carroccio per le regionali in Veneto: sia Milano sia Verona rivendicano il diritto di scrivere l’elenco dei candidati. Tosi rivendica il ruolo di segretario della Liga Veneta. "Se la Lega mi dice 'devi lasciare la fondazione' e 'in Veneto c’è un commissario che decide sulle liste' - ha ribadito il sindaco in serata a Otto e mezzo - a quel punto non potrei far altro che dimettermi da segretario della Liga Veneta. Da uomo libero potrei anche candidarmi". I pontieri non riescono a ricucire e, a fine giornata, viene sancita la rottura definitiva. "Da settimane Tosi ha scelto di mettere in difficoltà la Lega e il governatore di una delle Regioni più efficienti d’Europa - ha sostenuto Salvini - non si può lavorare per un partito alternativo alla Lega, non si possono alimentare 'beghe', correnti o fazioni". Nella replica di Tosi esplode tutta la rabbia messa a tacere nei giorni scorsi: "Salvini mente sapendo di mentire. Mai avrei pensato di vedere in Lega il peggio della peggior politica. Un Caino che si traveste da Abele".

"La buona notizia è che questa sera si mette la parola fine a beghe e polemiche incomprensibili che sono durate fin troppo - commenta Luca Zaia - resta l’amarezza per come è andata a finire, ma ora si deve voltare pagina". Adesso gli occhi sono puntati sulle regionali di maggio. I gufi gli sventolano sotto il naso un sondaggio allarmante. "Se Tosi si candida - gli dicono - vince il Pd". Alessandra Moretti, la renziana in corsa per il centrosinistra, ci spera: punta sulla frattura del Carroccio per prendersi la Regione Veneto. Salvini, però, ostenta sicurezza: "Nessun rischio di perdere il Veneto: Luca Zaia ce la fa anche se mi candido io, tu, Gesù bambino e tutti quanti messi assieme, per quello che ha fatto". Adesso non resta che stare a veder se Tosi farà davvero una lista propria portandosi dietro Ncd, Corrado Passera e i "fittiani" di Forza Italia. Uno scenario che i leghisti non gradiscono, pur continuando a lasciar trapelare che i sondaggi in mano loro danno Zaia vincente di gran lunga sulla Moretti anche senza il sostegno di Tosi. C’è, poi, la questione dei 4-5 parlamentari fedeli al sindaco di Verona che sono pronti ad uscire dai gruppi del Carroccio alla Camera e al Senato. Anche loro, se non rinunceranno alla appartenenza alla fondazione "Ricostruiamo il Paese", saranno espulsi.

L’impressione è che la cosa non li spaventi: il 17 marzo a Verona è in programma l’iniziativa "Siamo con Tosi" che chiama a raccolta tutti i tosiani e gli iscritti alla fondazione.

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