La sanatoria per i migranti? Ecco perché conviene solo ai professionisti dell'accoglienza

Secondo gli esperti la sanatoria al vaglio del governo non risolve il problema del lavoro nei campi e rischia di aumentare povertà e disoccupazione, anche tra gli immigrati regolari. La Lega: "Così si alimentano schiavismo e nuove partenze"

La sanatoria per i migranti? Ecco perché conviene solo ai professionisti dell'accoglienza

Il governo preme sull’acceleratore e punta ad inserire nel prossimo decreto Cura Italia la sanatoria per centinaia di migliaia di stranieri irregolari. Non c’è ancora una cifra ufficiale, ma le stime parlano di circa 600 mila lavoratori. "Sono quelli che sono stati utilizzati in tanti anni in agricoltura con imprenditori che li hanno sfruttati e altri che li hanno usati in modo illegale", ha detto la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, ospite di Mattino Cinque. L’obiettivo ha ripetuto la renziana, che vorrebbe chiudere la partita "nelle prossime ore", è quello di dare una spallata al caporalato e offrire forza lavoro alle imprese agricole, oltre che assicurare controlli sanitari in tempo di pandemia ad un vero e proprio esercito di invisibili, concedendo permessi di soggiorno di sei mesi rinnovabili. "La regolarizzazione dei migranti è una battaglia di civiltà", dice Bellanova.

Dal Papa alle Ong: ecco chi vuole la sanatoria degli irregolari

Ma l’ipotesi di dare permessi di soggiorno ad oltre mezzo milione di immigrati fa discutere, anche all'interno della maggioranza. Da una parte ci sono i pasdaran dell’accoglienza, dall’altra chi crede che una misura di questo tipo non sia sostenibile in termini di impatto sociale e di tenuta del mercato del lavoro. A schierarsi per una "regolarizzazione dei migranti in tutti i settori economici" sono stati 360 tra accademici, economisti, giuristi, esperti di immigrazione e virologi. Tra loro anche l’ex presidente dell’Inps, Tito Boeri, che dal portale Lavoce.it chiede al governo di concedere il rilascio del permesso di soggiorno, funzionale all’impiego in qualsiasi settore, "sulla base della semplice richiesta dello straniero". Stessa posizione della Cgil che vuole estendere il provvedimento ai clandestini impiegati in altri settori lavorativi.

Poi ci sono le Ong che invocano la regolarizzazione di tutti gli stranieri irregolari presenti in Italia. "Rappresenterebbe un segnale politico, giuridico e sociale importante, un primo passo verso la riforma complessiva della disciplina delle migrazioni", spiegano da Action Aid, mentre Amnesty International denuncia come, con l’emergenza Covid, "i migranti in condizione di irregolarità sono esposti a un rischio maggiore di violazioni dei diritti umani e violenze". E a fine aprile è arrivato anche l’appello di Papa Francesco, che ha definito "condivisibile la necessità di venire incontro a quanti, privati di dignità, avvertono in modo più acuto le conseguenze di un'integrazione non realizzata".

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Migranti a Castel Volturno (La Presse)

Perché la sanatoria non risolve il problema del lavoro

Ma qual è la reale portata economica e sociale di un provvedimento di questo tipo? Secondo le stime della Confederazione Italiana Agricoltori la regolarizzazione potrebbe portare nelle casse dello Stato 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali. Non tutti però sono d’accordo. "Guardiamo a quello che è successo con la sanatoria del 2012, vennero pagate soltanto le prime rate degli arretrati contributivi, indispensabili per effettuare la regolarizzazione, e il resto finì tra i crediti inesigibili dell'Inps, senza contare le decine di inchieste della guardia di finanza sui rapporti di lavoro simulati per favorire nuovi ingressi di persone dai Paesi di origine", ci spiega Natale Forlani, segretario confederale della Cisl negli anni '90 ed ex capo della direzione dell’Immigrazione al ministero del Lavoro. Il problema, per lui, è innanzitutto lo strumento scelto dal governo: "La sanatoria non serve a regolarizzare i rapporti di lavoro ma i permessi di soggiorno, e poi, dal punto di vista procedurale, richiede tempi che non sono adatti ad affrontare i problemi di un settore, quello agricolo, che vanno risolti nel giro di qualche mese".

Lo scenario che si potrebbe verificare, insomma, è simile a quello del 2012, quando il 76% delle domande di impiego come colf e badanti fu presentato da maschi provenienti da Bangladesh, Marocco, India, Pakistan, Egitto, Cina, Senegal, Tunisia, Albania, contro tutte le statistiche sull’incidenza dei lavoratori maschi iscritti al fondo del lavoro domestico dell’Inps. "Tutta gente che ha fatto domanda per ottenere il permesso di soggiorno e trovare impiego in altri settori", spiega Forlani. Oggi però, secondo l’esperto, una situazione di questo tipo non sarebbe sostenibile. "Il nostro mercato del lavoro non può permettersi di inglobare un’ulteriore quota di lavoratori a bassa qualificazione, visto che il tasso di disoccupazione tra gli immigrati regolarmente presenti è già altissimo", continua Forlani.

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Migranti in strada a Torino (La Presse)

Uno "schiaffo" agli immigrati regolari

La maggior parte di loro, spiega l’ex sindacalista è costretto a convivere con precarietà e lavoro nero. Una situazione che rischia di aggravarsi ulteriormente per effetto dell’emergenza sanitaria in corso. "Basta guardare quali sono i settori più colpiti dalla crisi provocata dal Covid-19: manifatturiero, servizi alla persona, alberghiero – nota Forlani - proprio quelli in cui sono maggiormente occupati i migranti regolari". Saranno proprio gli stranieri con un regolare permesso di soggiorno, secondo l’esperto, "i primi ad essere danneggiati da un provvedimento di questo tipo, senza contare che il 30 per cento di loro è in condizioni di povertà assoluta". "Questa sanatoria è una misura da irresponsabili – taglia corto – conviene soltanto ai professionisti dell’accoglienza: per loro l’immigrazione è quella che deve ancora arrivare".

Di "schiaffo" agli immigrati regolarmente presenti nel nostro Paese parla anche Toni Iwobi, responsabile immigrazione della Lega e primo parlamentare di origine africana ad essere eletto in Senato. Il leader del suo partito, Matteo Salvini, nei giorni scorsi ha promesso le barricate contro l’approvazione del provvedimento. "Non vogliamo essere complici di questo schiavismo moderno e di chi lo incentiva", ci spiega Iwobi al telefono. "Una misura come questa - incalza - dimentica il Paese reale, dove le stime parlano di una disoccupazione che toccherà l’11,6% rispetto al 9,8% dello scorso anno, circa mezzo milione di italiani e immigrati regolari dimenticati dalla sinistra si troveranno a dover fare i conti con la ricerca di un lavoro".

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Migranti a Castel Volturno (La Presse)

Quel messaggio "pericoloso" per chi è dall'altra parte del Mediterraneo

"In questo senso – va avanti il senatore – una regolarizzazione sarebbe una misura miope che creerebbe ulteriori problemi al nostro Paese". Tra i rischi, prosegue Iwobi, c’è anche quello di offrire permessi di soggiorno a "caporali e criminali" che spadroneggiano nelle campagne del Sud Italia: "Non è giusto che abbiano lo stesso trattamento di chi è arrivato regolarmente". "E poi – aggiunge - aldilà del Mediterraneo arriverebbe un messaggio pericolosissimo". Il risultato, secondo il leghista sarà quello di "alimentare le partenze creando ulteriore disagio sociale in un’Italia che sta ancora soffrendo per il Covid".

"Pensiamo davvero che una regolarizzazione possa sconfiggere lo sfruttamento e al tempo stesso risolvere il problema della manodopera nei campi?", si domanda Iwobi. "Il caporalato – aggiunge -si sconfigge sequestrando beni e chiudendo le attività illegali, non aumentando i poveri importando nuovi poveri". "L’obiettivo vero – denuncia - è quello di sfruttare la manodopera a bassissimo posto".

Piuttosto, è la proposta leghista, "si usi lo strumento dei voucher". Il senatore di origine nigeriana non ha dubbi: "Questo decreto è dannoso per il sistema Italia e favorirà l’arrivo di migliaia di richiedenti asilo".

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