Francesca Angeli
Roma Il caso Diciotti sembra arrivato ad un punto di svolta. Per la necessità di evitare un'emergenza sanitaria di fatto gli ispettori del ministero della Salute hanno scavalcato il diktat del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ed un piccolo gruppo di immigrati, 13 in tutto, è potuto scendere a terra. Potrebbe essere questo il modo per aggirare il blocco imposto dal Viminale anche per gli altri 137 rimasti a bordo? Una volta a terra infatti i migranti ricoverati in ospedale possono richiedere lo status di profughi ed infatti ieri sono già iniziate le procedure di identificazione per chi è sbarcato. Non solo. Sono arrivati anche segnali di apertura da altri paesi disponibili ad accogliere una parte dei migranti, l'Albania ad esempio, ed infatti lo stesso Salvini ha prospettato la possibilità che «i paesi vicini» diano una mano all'Italia.
Quella di ieri è stata comunque un'altra lunghissima giornata di attesa per gli immigrati e gli uomini della Guardia Costiera al sesto giorno di stallo nel porto di Catania. Attesa che però è terminata per 13 migranti, sette donne e sei uomini che sono stati fatti sbarcare per ordine dell'Ufficio di Sanità marittima di Catania nel tardo pomeriggio di ieri. Lo sbarco immediato era stato richiesto per undici donne e sei uomini, 17 in tutto, per ragioni di salute e per evitare il rischio di contagio. Una decisione presa dopo un'ispezione effettuata ieri mattina da medici ed infermieri. Gli operatori sanitari avevano verificato una condizione di grave sofferenza per 11 donne che avevano denunciato di essere state sottoposte a violenza durante il loro lungo viaggio mentre la visita di controllo per i sei uomini aveva evidenziato per tre di loro una sospetta tubercolosi e per altri tre una polmonite. Al momento dello sbarco però quattro delle 11 donne si sono rifiutate di lasciare i loro compagni di viaggio e sono dunque rimaste a bordo.
Tutti gli sbarcati sono stati trasferiti all'ospedale Garibaldi di Catania. Le donne sono ricoverate in codice rosa nel reparto di ginecologia mentre gli uomini, affetti anche da scabbia e da infezioni urinarie sono stati accolti nel centro di biocontenimento del Garibaldi. L'evacuazione medica non era evitabile perché nelle condizioni di promiscuità nelle quali immigrati e anche personale di bordo si trovano costretti a vivere da giorni il rischio di contagio è altissimo.
Non è difficile immaginare che anche le condizioni degli altri migranti siano precarie non è quindi escluso che nelle prossime ore possano arrivare altri ordini di sbarco per esigenze di salute pubblica. L'intervento degli ispettori del ministero della Salute era stato esplicitamente richiesto dal comandante della nave Diciotti che ha ritenuto necessario valutare la situazione sanitaria a bordo anche a tutela del personale.
Ieri sono proseguite anche le manifestazioni di protesta sul molo di levante a Catania, centinaia di
persone hanno promosso un sit in antirazzista mentre il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò ha annunciato la volontà dei vescovi siciliani di iniziare uno sciopero della fame se i migranti non saranno fatti sbarcare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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