
Donald Trump ribadisce la sua frustrazione per lo stallo dei colloqui sulla pace in Ucraina, e rivela che parlerà nuovamente "nei prossimi giorni" con il leader russo Vladimir Putin. "Non sono contento di quello che sta succedendo in Ucraina. Non sono affatto contento", afferma il presidente degli Stati Uniti prima di un'altra notte in cui droni e missili di Mosca hanno martellato il paese nemico. Il tycoon si dice comunque fiducioso "che si troverà un accordo, dobbiamo farlo", e dopo la sua dichiarazione di essere pronto a imporre ulteriori sanzioni alla Russia, i funzionari americani ed europei si vedono a Washington per valutare misure più severe in grado di indebolire la macchina da guerra di Putin. Il Cremlino, tuttavia, tramite il portavoce Dmitry Peskov avverte che "nessuna misura restrittiva potrà costringere la Federazione Russa a cambiare la sua coerente posizione".
Nella capitale Usa l'inviato europeo per le sanzioni David O'Sullivan parla con le controparti statunitensi del possibile coordinamento tra Washington e Bruxelles per portare Mosca al tavolo della pace. E da Helsinki, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, afferma che Ue e Usa stanno "coordinando gli sforzi per allineare le sanzioni, essere più efficaci" e aumentare la pressione su Putin. L'Unione deve aumentare le sanzioni contro la Russia, sottolinea, "ma anche quelle secondarie" contro i paesi che acquistano da loro gas e petrolio. Proprio questo aspetto potrebbe essere di difficile gestione per l'Europa, che vuole firmare nuovi accordi commerciali anche con l'India entro la fine dell'anno, in modo ad contrastare i dazi di Trump. L'amministrazione Usa, però, ha imposto dazi del 50% proprio sulle merci provenienti da New Delhi in risposta all'acquisto di petrolio russo. Intanto, il segretario all'energia Usa Chris Wright spiega con il Financial Times che i paesi europei dovrebbero smettere di acquistare petrolio e gas di Mosca se vogliono che Washington inasprisca le sanzioni, e comprare invece gas naturale liquefatto, benzina e altri prodotti derivati dai combustibili fossili americani per rispettare i termini dell'accordo commerciale tra Washington e Bruxelles. "Se gli europei tracciassero una linea e dicessero non compreremo più gas russo, non compreremo più petrolio russo, questo avrebbe un'influenza positiva sul fatto che gli Stati Uniti si orientino in modo più aggressivo sulle sanzioni? Assolutamente sì - assicura Wright - Pensiamo che sia un bene economico per l'Europa. Volete avere fornitori di energia sicuri che siano vostri alleati, non vostri nemici. L'altro motivo è che un obiettivo fondamentale dell'amministrazione Trump, e credo anche dell'Ue, è porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. Mosca finanzia la sua macchina da guerra con le esportazioni di petrolio e di gas naturale e se si interrompe l'acquisto di questi prodotti da parte dell'Europa, si riducono i suoi finanziamenti".
Il consigliere presidenziale ucraino Andrij Yermak, da parte sua, sente al telefono il segretario di Stato americano Marco Rubio per informarlo "dei
continui attacchi russi". "Putin capisce solo la forza e non ha alcuna intenzione di fermare questa guerra - scrive su X - La pressione su Mosca deve continuare. Una pace duratura è il nostro obiettivo e dobbiamo raggiungerla".