Diana Alfieri
Non fu un suicidio. Sara Bosco, la ragazza di appena 16 anni morta per una overdose in un padiglione abbandonato dell'ospedale Forlanini di Roma, è stata uccisa. Una svolta e accelerazione nell'inchiesta dettata dagli ultimi sviluppi che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di una persona, il pusher che ha ceduto la dose mortale alla ragazzina.
Nel fascicolo il pubblico ministero Antonino Di Maio ipotizza anche il reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Una verità ancora tutta da scrivere per una vicenda di degrado e disperazione che potrebbe fornire ulteriori, clamorosi, sviluppi.
Gli inquirenti non credono che Sara volesse farla finita come era sembrato in una primissima fase delle indagini che aveva puntato all'istigazione al suicidio. Le volontà «suicide» comunicate in alcuni messaggi inviati in passato non possono bastare a chiarire la morte di questa ragazza con un passato complicato fatto di fughe da casa o da strutture protette dove cercava anche di disintossicarsi. In un anno era scappata di casa almeno sei o sette volte. Si allontanava per un paio di giorni e poi ritornava nella sua abitazione di Santa Severa dove viveva con la famiglia. L'ultima fuga, avvenuta a metà gennaio, è stata più lunga. Sara è stata ritrovata a Roma dai carabinieri dopo quindici giorni grazie anche alle informazioni fornite dalla madre.
Dopo quell'episodio i carabinieri della stazione di Santa Severa avevano chiesto e ottenuto dal Tribunale dei minori che fosse affidata a una casa famiglia per allontanarla dal contesto in cui viveva da cui era scappata più volte, per iniziare un percorso di recupero.
La ragazza sarebbe stata affidata prima a una casa famiglia in provincia di Frosinone e poi in una struttura di Perugia da cui si è allontanata il 5 giugno. Una versione quella del suicidio che è sembrata vacillare subito ed è forse crollata dopo l'audizione della madre di Sara. La sua versione non convince chi indaga perché sembrano troppe le incongruenze. Una posizione che resta sotto la lente degli inquirenti che sono in attesa dei risultati degli esami tossicologici svolti per capire quale sia stata la sostanza che ha causato il decesso.
Secondo i primi risultati della autopsia Sara non era affetta da alcun tipo di patologia e da tempo aveva avviato un percorso di disintossicazione.Proprio ieri agenti della polizia ha proceduto a sgomberare i padiglioni abbandonati dell'ospedale Forlanini. Secondo quanto si è appreso, l'attività ha incluso anche l'area in cui Sara è stata trovata senza vita.
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