Cronache

"Saviano ha offeso 120mila commercialisti"

Il presidente Cndcec: "Informiamo gli usurai? Accuse inaccettabili, ora vie legali"

"Saviano ha offeso 120mila commercialisti"

«Gravissimo». Non usa mezze parole il presidente del consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani commentando l'attacco a sorpresa alla categoria arrivato due sere fa su Rai Due da Roberto Saviano. Lo scrittore, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, rispondendo a una domanda del conduttore sugli «informatori» della criminalità organizzata dedita all'usura, se l'è presa infatti proprio con i commercialisti. Che, a suo dire, «quando un'azienda inizia ad andare in crisi», avvicinati dagli strozzini, «spesso» avviserebbero delle società o delle persone in difficoltà.

Un'affermazione che ha scatenato polemiche anche nella politica tra le altre, a chiedere conto di quelle parole a Saviano anche la leader di Fdi Giorgia Meloni ma che, soprattutto, ha mandato su tutte le furie i diretti interessati, come ci spiega Miani. «Con le sue affermazioni, Saviano ha offeso i 120mila commercialisti italiani che lavorano onestamente e, spesso, a fianco della giustizia».

Quindi non si riconosce nell'immagine di insider degli strozzini andata in onda domenica?

«Ovviamente non mi ci riconosco. E ripeto, molti dei commercialisti italiani lavorano quotidianamente contro la criminalità organizzata, perché in tanti ricoprono ruoli in ambito giudiziario, per esempio, come gestori delle aziende sotto sequestro, lavorando spesso sotto minaccia e mettendo a rischio la propria incolumità. Altro che contigui, in qualsiasi maniera, alla criminalità organizzata».

Che cosa pensa che abbia spinto Saviano a sostenere quella tesi? Le risulta che ci siano casi specifici che potrebbero calzare su quella definizione?

«Saviano ha fatto un esempio generico. E se avesse qualche informazione specifica, doveva segnalarlo alle procure. Noi siamo i primi a chiederlo, non vogliamo al nostro interno persone che si comportano in questo modo. Ovviamente non posso escludere a priori che qualcuno possa aver fatto una cosa del genere, ma se non vengono segnalati casi simili alle procure o ai consigli disciplinari degli ordini, non si può fare un'affermazione simile davanti a milioni di spettatori, su Rai Due. Perché poi c'è il rischio che la gente prenda per buone affermazioni di fronte alle quali nemmeno il conduttore, Fazio, purtroppo ha sollevato obiezioni, e passa il messaggio che siamo collusi con la criminalità organizzata, Quando ovviamente non è così: siamo sempre a fianco delle imprese e dei cittadini, e collaboriamo nella massima legalità. Abbiamo lavorato anche durante il lockdown, sia per l'ordinario che per aiutare tutti a ottenere le misure messe in campo dal governo, e ovviamente visto il periodo e la difficoltà degli assistiti gli incassi sono stati magri: difficile chiedere soldi a soggetti che sono in difficoltà. Altro che segnalarli agli usurai».

Come presidente dell'Ordine anche in passato non le è mai capitata una segnalazione di comportamenti scorretti accostabili alle accuse lanciate a Che tempo che fa?

«No, mai avute segnalazioni, come ho detto, mai avuto un riscontro. Appunto trovo gravissimo quello che è successo: quando si accusa genericamente un'intera professione, bisogna stare attenti a quello che si dice. Il ragionamento di Saviano era chiaro: siccome siamo i consulenti delle imprese, saremmo in grado di indicare agli usurai a quali porte bussare, ma appunto è qualcosa di gravissimo da dire, e offende 120mila professionisti in mancanza di qualsiasi riscontro».

E un riscontro di quanto i commercialisti abbiano preso male quella frase, invece, voi lo avete avuto?

«Certo. Tantissimi messaggi e segnalazioni da chi si è sentito offeso».

Si aspetta un passo indietro da Saviano, una spiegazione?

«Mi aspetterei le sue scuse, o un chiarimento di quello che voleva dire. Come me le aspetto da Fazio, che di fronte a quelle accuse non ha battuto ciglio, non ha proferito parola.

Nell'attesa, stiamo valutando se ricorrere alle vie legali».

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