Europa impreparata alla crisi, interventi di Draghi tardivi e istituzioni Ue incomplete. È una critica a tutto tondo a Bce e Unione europea quella che arriva dal palco del meeting di Rimini dal presidente della Consob, Paolo Savona.
Quando è scoppiata la crisi internazionale «l'Europa era impreparata, la Bce era impreparata. Draghi ha fatto il «quantitative easing» solo nel 2012, quattro anni dopo» l'inizio della crisi «quando molte imprese italiane erano già saltate», ha affermato il numero uno della Consob. «Questa è la mia critica, non sono contro l'Europa ma» le istituzioni «non sono state dotate degli strumenti giusti», ha spiegato Savona. Per l'ex ministro delle politiche comunitarie, «serve una banca centrale che ha il potere di intervenire sulla speculazione ma non nel modo in cui ha fatto Draghi». La Bce, ha spiegato, «interviene sul debito pubblico italiano che ne ha bisogno, perchè è oggetto di speculazione, ma poi interviene anche su quello tedesco che non ne ha bisogno», così «gli interventi della banca centrale calmierano ma non risolvono».
Per quanto riguarda il momento attuale, per Savona «nella nuova legge di bilancio l'Italia dovrebbe fare un preambolo», consentendo lo sforamento di alcuni parametri europei che permetta al Paese di «campare» con un «patto credibile».
In particolare, ha detto ancora l'ex ministro, se «la Bce sarà aggressiva e l'Italia si impegna a rivedere integralmente la sua struttura di bilancio».Con la crisi iniziata nel 2008 «si sono salvate solo le imprese che sono riuscite a stare sui mercati internazionali. L'Italia non è un problema per il resto del mondo ma una risorsa», ha aggiunto.
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