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Sbarchi, fughe, virus. La Sicilia nel caos sfida Palazzo Chigi: chiude gli hotspot e caccia i migranti

Musumeci vieta "ingresso, transito e sosta a chi arriva con barche grandi e piccole" perché è "impossibile garantire il rispetto delle misure sanitarie". E a chi lo critica risponde: "Chiedo rispetto per la mia gente"

Sbarchi, fughe, virus. La Sicilia nel caos sfida Palazzo Chigi: chiude gli hotspot e caccia i migranti

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci tiene il punto e non è disposto a cedere nel braccio di ferro col Viminale: i migranti presenti negli hotspot e in ogni centro di accoglienza dovranno andarsene dalla Sicilia. L'isola è al collasso e la situazione ingestibile.

«L'ordinanza è stata pubblicata questa notte», ha scritto ieri lo stesso Musumeci. Ieri è stata notificata a tutte le prefetture dell'Isola e al governo nazionale. L'ordinanza ha validità fino al 10 settembre e impone il «divieto di ingresso, transito e sosta» in Sicilia per «ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle On».

Alla base delle motivazioni che hanno spinto alla decisione il fatto che allo stato attuale non sia «possibile garantire la permanenza nell'Isola nel rispetto delle misure sanitarie di prevenzione del contagio». La Regione metterà «a disposizione delle autorità nazionali il personale necessario ai controlli sanitari per consentire il trasferimento dei migranti in sicurezza».

Ieri il governatore ha rincarato la dose, soprattutto dopo le polemiche politiche arrivate da ogni dove: «Tutti conoscono il mio rispetto per le istituzioni - ha scritto sui social - . Ma pretendo lo stesso rispetto per la mia gente. Da Roma non abbiamo avuto altro che silenzi».

L'ordinanza di Musumeci, seppur apprezzata dalla maggior parte dei siciliani, per molti arriva però in ritardo. A fine agosto i flussi ancora ci sono, ma a settembre andranno verso esaurimento. Vero è che gli hotspot sono stracolmi: Lampedusa, ad esempio, ha circa 1.067 ospiti a fronte di una capienza di molto inferiore. I migranti ospiti presso i centri d'accoglienza in Sicilia sono 2.480 (oltre a Lampedusa, 400 ad Agrigento, 47 a Messina, 50 a Catania, 380 a Caltanissetta, 278 a Ragusa, 11 a Siracusa 170 a Trapani e 50 a Palermo). A questi si aggiungono i 600 a bordo di una delle due navi quarantena in rada a Lampedusa e 650 a bordo dell'altra, in rada a Trapani. Questi ultimi oggi completeranno il periodo di quarantena e pertanto verrà consegnato loro un foglio di via e saranno lasciati liberi di circolare sul territorio italiano.

L'Isola non può più contenere da sola così tanti clandestini. La gente non ne può più, è allo stremo e chiede soluzioni veloci. Fonti vicine al Viminale spiegano che, qualora Musumeci la dovesse spuntare, si dovrebbe trovare una soluzione veloce. «Nei corridoi del ministero - spiegano le fonti - si vocifera che qualcuno avrebbe addirittura ipotizzato di redistribuire gli immigrati in hotel del centro e nord Italia, soprattutto in Lazio, Toscana, Emilia, ma anche di chiamare le prefetture a requisire le case vuote per contenere l'emergenza». Una situazione che il deputato della Lega Gianni Tonelli definisce «paradossale». «Se si arrivasse a questo - spiega - torneremmo ai tempi del governo Renzi, quando tutto era lecito nel sistema dell'accoglienza». Il fatto è che la Sicilia è sempre più stremata dagli arrivi. A Contrada Imbriacola, Lampedusa, molti migranti fuggono, vanno fuori ad acquistare pane e frutta e rientrano come niente fosse. Sulle navi quarantena sani e malati vivono in promiscuità così come, ad esempio, nel centro di Contrada Cifali. Gente che viene in Italia e dopo la quarantena finisce libera di circolare sul territorio nazionale, dove non trova lavoro. .

Ecco il perché dell'ordinanza di Musumeci. Perché dopo settimane di arrivi incessanti, l'ultimo dei quali di un barcone di tunisini approdati di fronte agli occhi dei turisti, l'isola chiede un po' di pace. Tanto che il contraddittorio sindaco di Lampedusa Totò Martello, dopo settimane in cui ha fatto orecchie da mercante, chiede aiuto al governo. Forse anche lui ha capito che la situazione è insostenibile. Mentre il battagliero Attilio Lucia, lampedusano che da mesi combatte per bloccare l'immigrazione, per il prossimo 27 agosto annuncia un blocco degli arrivi con barche che circonderanno l'intera isola.

Così se Musumeci non riuscirà a fermare gli sbarchi, saranno i lampedusani a farlo.

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