Boeri fa lo spot agli immigrati. FI: "Inps diventa previdenza stranieri"

Boeri "benedice" gli immigrati: "Fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare". Poi attacca: "Ci regalano un punto di pil". Il centrodestra su tutte le furie

Boeri fa lo spot agli immigrati. FI: "Inps diventa previdenza stranieri"

"È aumentata la percezione di un numero eccessivo di migranti, ma abbiamo sempre più bisogno di immigrati che contribuiscano al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale". In commissione sul sistema di accoglienza, il presidente Inps Tito Boeri torna a predicare ancora una volta la politica dell'apertura. "Il confronto pubblico dovrebbe incentrarsi su come inserire gli immigrati stabilmente nel nostro mercato del lavoro regolare. L'integrazione nel mercato del lavoro - ha aggiunto Boeri - contribuirebbe anche a migliorare la percezione che gli italiani hanno degli immigrati".

"Nonostante oggi l'attenzione sia concentrata sugli sbarchi crediamo sia importante dare conto del contributo importante che può dare l'inserimento degli stranieri nel nostro mercato del lavoro". Questa mattina, in audizione in commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, di identificazione ed espulsione, nonchè sulle condizioni di trattenimento dei migranti, Boeri ha letto i dati elaborati dall'Inps secondo cui "gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi di contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e di altre prestazioni sociali". "Quindi - ha puntualizzato - con un saldo netto di 5 miliardi per le casse dell'Inps". Il numero uno dell'ente di previdenza ha, quindi, spiegato che "ogni anno i contributi a fondo perduto degli immigrati valgono circa 300 milioni di euro". Si tratta, dunque, di entrate aggiuntive per le casse dell'Inps. "Tutti gli studi scientifici sull'impatto fiscale dell'immigrazione - ha continuato Boeri - concludono che l'impatto è positivo. Il totale delle entrate che arriva dagli immigrati supera, seppur di poco, 1,2 miliardi di euro il totale delle uscite per l'immigrazione".

I dati elaborati dall'Inps, che oggi Boeri ha snocciolato in Aula, evidenziano che gli immigrati che sbarcano in Italia sono sempre più giovani. "La quota degli under 25 che cominciano a contribuire all'Inps come dipendenti è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015 - ha spiegato - se nel 2007 il 68% dei nuovi permessi di soggiorno veniva concesso a stranieri con meno di 35 anni oggi questa percentuale è salita all'80%". Da quanto si evince sulle relazione sulle ispezioni i lavoratori trovati in nero, invece, uno su tre risultava clandestino nel periodo 2013-2015. "La regolarizzazione dei lavoratori immigrati - ha spiegato Boeri - ha portato in passato ad una emersione permanente nel tempo di lavoro altrimenti svolto in nero. Le nostre analisi sulle sanatorie del 2002 e del 2012 documentano che l'80% degli immigrati era un contribuente alle casse dell'Inps anche nei cinque anni dopo la regolarizzazione".

"Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni". Durante l'audizione in parlamento, Boeri ha anche puntualizzato sul gap salariale tra gli immigrati e gli italiani. Secondo l'indagine condotta dall'Inps, infatti, gli stranieri "sono fortemente sovra-rappresentati nelle categorie degli operai e tale concentrazione si è rafforzata nel tempo". "Sono gli italiani che non fanno più quei lavoratori - ha detto Boeri - gli unici settori dove i migranti sono sovrastimati sono costruzione, alberghi e ristorazione - ha, infine, concluso - esiste un gap salariale tra migranti e nativi di circa il 15% a sfavore dei migranti".

Parole che non mancano di sollevare nuove polemiche sul presidente dell'Inps. "Inps uguale Istituto nazionale di previdenza stranieri? No, perchè a leggere Boeri viene il dubbio...", scrive su Twitter Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia. "È una bugia contraddetta dai numeri forniti dallo stesso Boeri incrociati con quelli forniti dall'Istat", aggiunge poi il senatore della Lega Roberto Calderoli.

"Se da una parte la percentuale di giovani immigrati che pagano regolari contributi previdenziali è salita al 35%, dall'altra la percentuale di nostri giovani che non hanno un lavoro è intorno al 40%, questo significa semplicemente che i giovani immigrati hanno tolto il lavoro ai giovani italiani che sono costretti ad andarsene all'estero in cerca di opportunità professionali".

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