Politica internazionale

Sbarchi da record. Clickday sui flussi subito intasato da troppe richieste. E Gentiloni fa flop

La visita a Tunisi del commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, è un passo avanti, ma sempre troppo lento di fronte alle ondate di sbarchi sulle nostre coste

Sbarchi da record. Clickday sui flussi subito intasato da troppe richieste. E Gentiloni fa flop

La visita a Tunisi del commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, è un passo avanti, ma sempre troppo lento di fronte alle ondate di sbarchi sulle nostre coste, per la maggioranza provenienti dal paese nordafricano. Impietosi i numeri dell'ultima settimana: in soli 5 giorni sono arrivati 6.564 migranti, una media di 1.312 al giorno. Solo il 24 e 25 marzo è stata registrata un'impennata di 4.821 arrivi. Dal primo gennaio sono già 26.927 i migranti sbarcati, oltre quattro volte lo stesso periodo del 2022. E nella lista delle nazionalità i primi sono gli africani proveniente dalla Costa D'Avorio seguiti dai migranti della Guinea, Pakistan e Bangladesh. Pochi scappano da una guerra come i 770 del Mali. Non solo: ieri è arrivato un peschereccio con 650 persone a bordo partito da Tobruk, in Cirenaica. Nessuno se ne è accorto fino a quando ha urtato un'altra barca nel porto di Roccella Ionica. A bordo tutti uomini provenienti da Siria, Pakistan, Egitto e Bangladesh. E non sempre brava gente in cerca di un futuro migliore. La Guardia costiera tunisina ha intercettato venerdì scorso 27 migranti che si erano imbarcati verso l'Italia. Le indagini hanno scoperto che uno dei «migranti» è un ricercato condannato a 10 anni per appartenenza ad un'organizzazione terroristica.

Intanto a Tunisi Gentiloni doveva vedere il presidente tunisino Kais Saied. Piccolo mistero: l'incontro è stato cancellato senza spiegazioni, poi riprogrammato e il commissario ne ha dato conto: «Intensa e positiva giornata di colloqui a Tunisi. Con il presidente Saied, la prima ministra Boudhen, vari ministri e il Governatore della Banca centrale ho discusso della cooperazione economica anche nel quadro delle sfide migratorie». Una nota della Commissione europea ha parlato di «riforme socio-economiche previste dal governo, nel contesto di una difficile situazione», e «di una potenziale nuova operazione di assistenza macro finanziaria, che la Commissione potrebbe prendere in considerazione se saranno soddisfatte le condizioni preliminari». E proprio le «condizioni preliminari» infastidiscono Saied. Un copione simile per il cruciale finanziamento del Fondo monetario internazionale che doveva arrivare il 19 dicembre. Le condizioni «capestro» per le riforme rischiano di fare saltare il paese anche se arrivano i soldi. Gentiloni ha incontrato pure il ministro degli Esteri, Nabil Ammar, che ha lodato «l'ottimo partneriato strategico» con la Ue. La verità è che tutto procede a rilento rispetto alla velocità della crisi economico-sociale e delle partenze illegali verso l'Italia. Per ora nessuno lancia un piano concreto per fermare le ondate. «L'Unione europea con la missione Hera nel 2005-2006 ha visto la partecipazione di unità navali italiane nel respingimento dei migranti che partivano dal Senegal verso le Baleari. E in poco tempo la rotta si è prosciugata» spiega chi è stato impiegato nell'operazione. A bordo c'era personale della gendarmeria e della dogana senegalese. Nel 1991 il governo Prodi aveva dato vita a qualcosa di simile con l'Albania. Le nostre motovedette con personale albanese di base a Durazzo e nell'isola di Saseno fermavano le partenze via mare verso l'Italia. «La differenza è che dalla Tunisia partono anche i sub sahariani, ma se ci fosse un accordo politico fra governi sarebbe realizzabile un'operazione del genere» spiega la fonte del Giornale. In pratica respingimenti dei migranti economici in un paese che per ora è ancora «sicuro».

Ieri a Trieste il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha ribadito che «è l'Italia sotto attacco, non le Ong», che sono «finanziate da paesi stranieri». Un'altra sorpresa è arrivata con il clickday del decreto flussi per l'immigrazione legale, in overbooking un'ora dopo l'apertura. Alle 10 del mattino erano già arrivate 238.335 domande quasi il triplo del numero di quote previste ovvero 82.

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