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Sbarco continuo sulle coste italiane. Soccorritori sfiniti e a Lampedusa hotspot al collasso

Tutte le forze dispiegate. Il sindaco disperato: "L’isola come una zavorra"

Sbarco continuo sulle coste italiane. Soccorritori sfiniti e a Lampedusa hotspot al collasso

Soccorsi senza sosta. E l'Italia è allo stremo. Nelle ultime ore sono stati messi in salvo 1.200 migranti. E non è finita. Tutte le forze sono state dispiegate. I soccorritori sono sfiniti, ma continuano la loro missione, l'hotspot di Lampedusa è al collasso, anche se gli sforzi profusi per garantire il turnover con i trasferimenti in altre strutture sono non indifferenti, e tutto ciò che ne consegue non è cosa da poco: dalla pulizia dell'hotspot allo smaltimento dei rifiuti speciali e dei barchini che affollano il porto. E intanto le prefetture sono al lavoro per reperire altri centri in cui trasferire i migranti approdati nei porti più sferzati dal fenomeno migratorio, mentre le forze dell'ordine si dividono tra soccorsi, identificazione e indagini per individuare gli scafisti. Ieri nell'hotspot di Lampedusa c'erano 2.700 ospiti a fronte di 350 posti. Eppure erano già stati messi a segno dei trasferimenti grazie agli aerei dell'Aeronautica militare, mentre, a causa del mare agitato, il traghetto di linea è rimasto fermo a Porto Empedocle e si spera di poterne usufruire oggi per trasferire 420 migranti. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sottolinea «l'altissima professionalità e generosità delle nostre forze armate». Gli stessi aerei sono serviti per portare sull'isola forniture di viveri straordinarie. «Lampedusa continua a essere la zattera nel Mediterraneo che salva migliaia e migliaia di persone. Mettiamo da parte le divisioni» dice il sindaco, Filippo Mannino - E chiede «navi capienti in rada pronte al trasferimento dei migranti che arrivano», e la rimozione dei barchini. Il via libera tutti, specie dalle coste tunisine, ha messo a dura prova l'Italia soprattutto negli ultimi giorni non solo per le cattive condizioni del mare ma anche per l'alto numero di gente da soccorrere.

Avvistati venerdì a 100 miglia da Roccella Ionica, solo ieri pomeriggio la Guardia costiera, coordinata da Nave Dattilo, col supporto di un pattugliatore della Guardia di finanza, ha terminato il soccorso di 2 barconi con in tutto 500 migranti. Di questi, 379 tratti in salvo dalla Guardia costiera e poi trasferiti su Nave Sirio della Marina militare, sono stati condotti ad Augusta. Un gruppo di 250 migranti soccorsi venerdì è stato condotto a Messina e 200 a Catania. In salvo grazie a 2 motovedette Sar della Guardia costiera e una delle Fiamme gialle anche i 487 migranti, tutti uomini, di cui 40 minori, a bordo di un peschereccio di 20 metri intercettato venerdì a 60 miglia da Crotone forse partito da Tobruk. Viste le condizioni del mare forza 6, il peschereccio è stato scortato da 3 motovedette della Capitaneria di porto di Crotone e protetta dal rimorchiatore Alessandro Secondo. I migranti, 370 pakistani, 85 egiziani, per il resto siriani e afghani, sono stati condotti nel centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto. In tutto sono 1.071 quelli sbarcati in Calabria. Oltre a quelli approdati a Crotone, infatti, ci sono 584 persone che Nave Diciotti ha condotto a Reggio Calabria. Intanto a Steccato di Cutro sono state recuperate ieri altre 3 vittime del naufragio. Il numero dei morti accertati sale a 76. L'ultimo a essere recuperato è il corpicino di una bambina. Ieri, sul luogo della tragedia, si è svolta la manifestazione «Basta morti nel Mediterraneo», promossa dalla rete Asilo a Steccato di Cutro. Il corteo di 5mila persone, con una croce ricavata dal legno del barcone naufragato, si è fermato dinanzi alla spiaggia per un minuto di raccoglimento e preghiera. Intanto le traversate non si fermano. Alarm Phone ha lanciato l'allarme per un barcone alla deriva con 47 migranti salpato dalla Libia in condizioni meteo «estremamente avverse».

Ieri cinque migranti sono annegati nel Mar Egeo al largo della costa sudovest della Turchia dopo essere partiti su un gommone in viaggio verso la Grecia.

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