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"Cosa pretendeva il ministro". È scontro Moratti-Speranza

L’assessore Moratti ha reso noto che Speranza “ha detto che non eravamo in zona rossa, ma pretendeva che dicessimo che era stato un errore nostro”

"Cosa pretendeva il ministro". È scontro Moratti-Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe preteso che la Regione Lombardia si assumesse la colpa di quanto avvenuto con la zona rossa. A dirlo è stata questo pomeriggio la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti in conferenza stampa a Palazzo Lombardia con il presidente Attilio Fontana e il direttore generale dell'assessorato al Welfare Marco Trivelli.

Il ministro Speranza voleva scaricare la colpa

Secondo quanto riferito dalla Moratti, il ministro "ha detto che non eravamo in zona rossa, ma pretendeva che dicessimo che era stato un errore nostro. Non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le nostre imprese". Ha inoltre aggiunto che sarebbe bastato che il ministro sospendesse l’ordinanza per 48 ore per chiarire la situazione. Invece, ha continuato la Moratti, "riteniamo che il Governo e il ministero, anche con interviste, vogliano ribaltare un errore che della Lombardia non è. Continueremo a far rispettare la dignità nostra e dei nostri cittadini".

Durante la conferenza stampa l’assessore al Welfare ha spiegato che la giunta intende andare avanti con tutte le azioni necessarie per dimostrare le loro ragioni. Ha anche asserito che verrà continuata una leale collaborazione con il governo, anche per far rispettare la dignità di Regione Lombardia. La Moratti ha tenuto a ribadire che i dati inviati al governo erano corretti. "Se siamo diventati Zona Arancione è solo perché abbiamo sollevato noi un problema, perché abbiamo chiesto una sospensiva dell'ordinanza che non c'è stata data e perché abbiamo con grande lealtà e correttezza instaurato un dialogo tecnico con i tecnici del Ministero. A seguito di questo dialogo tecnico, il ministro Speranza ha confermato che la Regione Lombardia non è Zona Rossa ma pretendeva che noi dicessimo che era un errore nostro: non è stato un errore nostro, i dati che noi abbiamo mandato erano dati corretti quindi non abbiamo potuto accettare per la nostra dignità".

Ha tenuto a precisare che era stato chiesto un confronto leale, tecnico e approfondito di sole 48 ore per poter capire se fosse giusto o meno che la Lombardia restasse in zona rossa. Ma questa possibilità non è stata concessa. Proprio per questo motivo la Regione ha ritenuto giusto presentare ricorso. Dopo una settimana in cui la Lombardia si trovava senza un reale motivo in zona rossa il governo ha capito e ha deciso di cambiare colore alla regione che è così passata dal rosso all’arancione.

Fontana non rinuncia al ricorso al Tar

Anche il governatore Fontana ha commentato quanto avvenuto dichiarandosi “veramente indignato da quello che leggo e dalle false notizie offensive innanzitutto per la Lombardia e per le persone che lavorano per la Lombardia. Se da domenica la Lombardia tornerà arancione lo deve esclusivamente al fatto che noi abbiamo evidenziato, sottolineato e contestato i conteggi del governo". Il governatore ha anche sottolineato che non ha nessuna intenzione di rinunciare al ricorso al Tar, ma che anzi vuole allargarlo e impugnare anche il verbale della Cabina di regia, il verbale del CTS e l'ordinanza nella quale si afferma che c'è stata una rettifica di dati da parte di Regione Lombardia. Cosa quest’ultima che sia Fontana che la Moratti hanno negato fin dall’inizio. Ha poi aggiunto che a questo punto è chiaro che “lunedì non si terrà l'udienza, che era per discutere il provvedimento d'urgenza legato alla possibilità di mettere la Lombardia in zona arancione: dato che c'è il provvedimento del Ministro Speranza è chiaro che è inutile che discutiamo quella fattispecie. Ma noi andiamo avanti nel ricorso".

La replica del ministro Speranza

Immediata la risposta del ministro della Salute Roberto Speranza che ha invece affermato che la relazione dell'Istituto Superiore di Sanità è chiarissima. Secondo il ministro, la Regione Lombardia avrebbe prima trasmesso dati errati, e successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo dell'Rt e questo ha consentito una nuova classificazione. “Senza l'ammissione di questo errore non sarebbe stato possibile riportare la Regione in zona arancione. Questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno.

Soprattutto a chi le fa" ha dichiarato Speranza.

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