L'India cancella tutte le commesse di Leonardo-Finmeccanica e inserisce il gruppo italiano nella «lista nera» delle aziende che non potranno fare affari nel Paese asiatico. La motivazione ufficiale sono le inchieste sul caso AgustaWestland che avevano coinvolto gli ex manager del gruppo. Ma è facile vedere dietro la decisione del governo indu-nazionalista di Narendra Modi una coincidenza con l'esito della vicenda dei Marò e anche riflessi della politica interna del Paese.
A dare l'annuncio è stato il ministro della Difesa di New Delhi, Manohar Parrikar, in un'intervista ad un quotidiano indiano. Nei giorni scorsi era stato bloccato un contratto da 300 milioni di euro per la fornitura di siluri prodotti dalla Wass di Livorno, controllata di Finmeccanica. Ora tutte le commesse future saranno bloccate, e sarà garantita solo l'importazione e la manutenzione delle forniture militari già acquisite. Il governo indiano va oltre e il ministro annuncia di avere inserito Finmeccanica-Leonardo nella black list delle aziende che non possono fare affari in India. «Il processo è già in corso. Se si è in lista nera per un determinato numero di anni, non ci sarà alcuna operazione da parte del ministero con la società».
Il gruppo italiano ha preso atto delle dichiarazioni, anche se non è arrivata ancora nessuna comunicazione formale. «In ogni caso - ha precisato ieri una nota ufficiale - l'esposizione di Leonardo-Finmeccanica sull'India è estremamente limitata perché da anni non viene incluso nelle previsioni alcun nuovo ordine». L'ordine per la fornitura di siluri «non è mai stato formalizzato». Quindi obiettivi del piano industriale confermati. I media indiani ieri parlavano di commesse perse per due miliardi.
Il gruppo auspica una «soluzione condivisa e trasparente». In caso contrario, «la società non esiterà ad effettuare le proprie valutazioni alla luce dell'esiguità delle attività in corso». Come dire, se non si risolve la vicenda, il gruppo non sarà in grado nemmeno di garantire la manutenzione come vorrebbe il governo indiano e, visto che le attività in corso valgono poche decine di milioni, potrebbe trasferire la sua presenza in India altrove. Leonardo sottolinea come negli ultimi tempi il gruppo sia risalito nella classifica internazionale anticorruzione Transparency international, in una fascia della quale non fanno parte «alcuni importanti fornitori del ministero della difesa indiano». Il comunicato è uscito a mercati chiusi e la vicenda indiana ha pesato sul titolo Leonardo- Finmeccanica che ha perso lo 1,56%.
Nei giorni scorsi si era già parlato della coincidenza tra lo stop alla commessa dei siluri Wass e il ritorno del Marò Valerio Girone. La commessa era stata sottoscritta nel 2013 quando il governo Monti riconsegnò i due Marò che erano tornati temporaneamente in Italia.
Ma a condizionare i rapporti tra India-Italia sono soprattutto le vicende interne.
Media locali nei giorni scorsi hanno scritto di uno scambio proposto dal premier indiano a Matteo Renzi: il ritorno dei Marò in cambio del coinvolgimento della rivale politica e leader del Partito del congresso Sonia Gandhi nella vicenda delle presunte tangenti per i 12 elicotteri Austa Westland. Secondo altri media indiani, Modi avrebbe interpretato male le carte dei giudici italiani. In ogni caso, un pasticcio per entrambi i Paesi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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