Da queste colonne - i lettori lo sanno bene - abbiamo sempre difeso i vaccini e continueremo a farlo senza alcuna esitazione. E abbiamo sostenuto che il green pass potesse essere il volano per convincere i cittadini più restii a sottoporsi alla vaccinazione, passaggio fondamentale per portare il Paese fuori dall'incubo della pandemia. E i numeri delle terapie intensive dimostrano, a chiunque non sia stolto o in malafede, quanto sia stato importante il lavoro di Figliuolo. Ma l'ultimo dpcm (e speriamo di liberarci e dimenticarci presto di questo orribile acronimo) raggiunge soglie di confusione al limite del delirio. E sappiamo bene che complicare le regole è il miglior modo per renderle inapplicabili e per aprire la strada a quei furbi che nelle giungle legislative piantano le tende delle loro illegalità. Dunque, dal primo febbraio occorrerà il green pass per entrare nella maggior parte dei negozi e degli esercizi commerciali. Ci sono alcune eccezioni: tra le quali i supermercati, le farmacie, gli ottici e i negozi che vendono il cibo per gli animali. Pare scontato (ma non lo è) precisare che si potrà entrare senza passaporto verde anche negli uffici di polizia e in quelli giudiziari per «attività istituzionali indifferibili». Volevamo anche vedere che una vecchietta scippata non potesse andare in Questura a denunciare il ladro perché non ha il green pass e che il ladro stesso, per il medesimo motivo, non potesse essere convocato per le indagini. Saremmo in quella terra di confine in cui la legislazione tracima nella psichiatria. Ma, badate bene, siamo a un passo. Perché senza green pass base non si potrà andare alle poste per ritirare la pensione. Come se non fosse un «servizio essenziale». Quindi, facciamo un caso estremo, un pensionato senza pass può andare a fare la spesa al supermercato e comprare quello che gli pare, ma non si sa con quale denaro, probabilmente con i risparmi di una vita, sicuramente non con i soldi della pensione che non ha potuto ritirare alle poste. Continuando sull'orlo del paradosso: lo Stato dà ai pensionati la possibilità di spendere soldi che non hanno più il diritto di ritirare.
Sappiamo bene che stiamo parlando di una minoranza, che per fortuna gli over 70 sono quasi tutti vaccinati, che questo è uno stratagemma per convincere l'ultimo zoccolo duro di anziani renitenti alla puntura e che, per altro, la maggior parte dei pensionati si fa accreditare l'emolumento direttamente sul conto corrente.
Ma l'Italia non è fatta solo di nonni sprint con l'home banking sull'iPhone e di metropoli ad alta efficienza tecnologica: sono circa 270mila i cittadini che si recano ancora alle poste per ritirare il denaro per il quale hanno versato anni di contributi. Ci sembra piuttosto umiliante e al limite della legalità questo trattamento. Per evitare tutto questo casino non era meglio assumersi la responsabilità dell'obbligo vaccinale?
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