
Cosa lascia in eredità al prossimo Papa il pontificato della Misericordia di Papa Francesco? Non ci sono solo i Dubia avanzati dai «tradizionalisti», ci sono crepe e ambiguità anche sui cosiddetti «valori non negoziabili», incrinati da una pastorale ha minato il primato delle verità e dei temi dottrinali, alimentando la confusione tra i fedeli. L'ex presidente della Cei Gualtiero Bassetti lo ha ammesso: «Il Papa preferiva tenere le acque agitate, avviare processi e suscitare problemi. Le conclusioni verranno, diceva». Non è andata esattamente così. Ecco le questioni più spinose rimaste aperte su cui il prossimo Pontefice dovrà mettere ordine e che troveranno nell'assemblea ecclesiale già fissata a ottobre del 2028 un possibile punto di caduta, con le resistenze dell'ala più «tradizionalista» - dal «trumpiano» cardinale di New York Timothy Dolan (che la Casa Bianca vuole Segretario di Stato) al ghanese «anti-woke» Robert Sarah, dall'ungherese Peter Ërdo al tedesco Gerhard Ludwig Müller - pronta ad alzare le barricate.
L'ATTACCO ALLA FAMIGLIA
Soluzioni come il corpo di Cristo ai divorziati risposati e le benedizioni «pastorali» (non liturgiche , ma cambia poco) alle coppie gay e a quelle irregolari sono un pasticcio. La Fiducia supplicans e la Amoris Laetitia hanno minato il dogma del'indissolubilità del vincolo matrimoniale. Per il Canone 915 del codice di Diritto canonico quanti «ostinatamente persistono in peccato grave manifesto, non devono essere ammessi alla Santa Comunione», mentre l'omosessualità è una condotta disapprovata sia dalle Sacre Scritture sia dal Magistero della Chiesa. Non basta definire il gender «intrinsecamente ingiusto al pari di aborto e eutanasia, un'ideologia che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna e svuota la famiglia, contraria all'etica naturale e all'antropologia biblica e cristiana», come ha fatto la Congregazione della Dottrina della Fede, se poi il Papa sdogana comportamenti sessuali promiscui e indefiniti al grido di «chi sono io per giudicare?».
LA CHIESA «SINODALE»
Il processo di «democratizzazione» della Chiesa cerca soluzioni condivise, come in una riunione tra pari, ma così sostituisce la centralità di Gesù Cristo e mette da parte la Sacra Scrittura. Una scuola di pensiero che vede ne l cardinale Mario Grech e nel filippino Luis Antonio Tagle i migliori interpreti. Che ne è dell'unità della Chiesa (una, santa, cattolica e apostolica, recita il Credo)? Non aiuta la sparizione del latino dalla Messa, che ha ferito profondamente Benedetto XVI, pesano la sostanziale assenza di riferimenti biblici dalle Encicliche, annacquate di ideologie terzomondiste e globaliste e la deriva scientista su intelligenza artificiale, cambiamento climatico e vaccini. Con la chiusura delle Chiese e le restrizioni Covid sulle messe subite per alcuni troppo passivamente. Non a caso Camillo Ruini ha parlato del bisogno di un Papa «credente». È (anche) merito di Sarah se è fallito il blitz sul cosiddetto «sacerdozio uxorato» seppur limitato alla Querida Amazonia cara a papa Francesco che avrebbe aperto ai preti sposati. Tanto che qualche anno fa Michael Czerny, segretario speciale del Sinodo Panamazzonico, profetizzò: «La possibilità di ordinare uomini sposati può essere ancora discussa», così come i ministeri sacramentali alle donne. «Un'eresia», la definì il cardinale Walter Brandmueller, tra i cinque estensori dei Dubia. Persino per Pietro Parolin, tra i principali papabili per le sue indiscutibili capacità diplomatiche anche all'estero, «il celibato è un dono che va salvaguardato».
DIFESA DELLA VITA
«L'eutanasia è falsa compassione, non è libertà», come l'aborto «è un crimine che nessuna legge può pretendere di legittimare» , i medici che lo praticano sono «sicari». Sul tema Bergoglio è stato fin troppo chiaro, e questo non è mai piaciuto ai suoi sinistri adulatori: «La vita è un diritto, non la morte», «mai aiutare qualsiasi forma di suicidio, privilegiando invece il diritto alla cura affinché i più deboli non siano mai scartati». Eppure, in molti sono rimasti turbati dalla sua accondiscendenza con Emma Bonino o con il presidente Usa Joe Biden e molti capi di Stato sudamericani, con il cardinale conservatore Usa Raymond Leo Burke a chiedere che a questi politici non venga neppure data la Comunione, senza parlare delle discutibili nomine di conclamati abortisti nei dicasteri.
EMBRIONI E MATERNITÀ SURROGATA
Bergoglio avrebbe manifestato in punto di morte la volontà di «fare qualcosa» sugli embrioni crioconservati per salvarli, rendendoli adottabili pur di sottrarli alla ricerca scientifica, ipotesi già teorizzata nel 2006 dal cardinale Carlo Maria Martini perché «altrimenti destinati a perire». Per il presidente emerito della Pontificia accademia per la Vita Elio Sgreccia «l'embrione fin dalla fecondazione è un soggetto con piena dignità antropologica e giuridica», per cui «qualsiasi manipolazione è contraria alla dignità personale, alla sua integrità e alla sua identità», si legge in Donum vitae e in Dignitas personae, pubblicati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1987 e nel 2008, secondo cui la creazione di nuovi embrioni va sempre impedita e la crioconservazione è «un vicolo cieco, una ingiustizia irreparabile». Altro che adozione: qualsiasi sdoganamento benedirebbe pratiche odiose come la maternità surrogata, definita nel documento del Dicastero per la Dottrina della Fede Dignitas infinita - presieduto dal cardinale Víctor Manuel Fernández - una pratica «che lede gravemente la dignità della donna e del figlio e sfrutta una necessità materiale della madre».
IMMIGRAZIONE
Joseph Ratzinger nel 2013 e prima di lui Giovanni Paolo II con il Discorso al IV Congresso mondiale delle Migrazioni del 1998 avevano teorizzato «il diritto a non emigrare» se però «si tengono sotto controllo i fattori che spingono all'emigrazione». Il Pontificato di Bergoglio ha invece puntato su un approccio progressista e missionario, coi migranti vittima della stessa «cultura dello scarto» dietro aborto ed eutanasia, la Comunità di Sant'Egidio e il cardinale Matteo Zuppi a capo della Cei come punte di diamante di un percorso che ha scommesso sull'accoglienza come paradigma della «fermezza sui valori dell'umanità». A spiazzare è pure la presenza al Sinodo di personaggi come Luca Casarini di Mediterranea, per i pm complice degli scafisti, e la sottovalutazione del fondamentalismo islamico, che ne approfitta - come sappiamo - per condizionare l'Europa.
IL RAPPORTO CON L'ISLAM
Sebbene animato dalla volontà ecumenica di dialogare e di riconciliarsi «con tutti i figli di Abramo», Papa Francesco ha di fatto equiparato la religione cattolica con altri credi. Tra i più dialoganti c'è il cardinale fiorentino Giuseppe Betori. Ma Bergoglio si è spinto oltre: nel documento firmato nel 2017 ad Abu Dhabi con l'imam Ahmad Al-Tayyeb, si dice che Dio e Allah sono sullo stesso piano perché «tutte le religioni portano a Dio» e che «la diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina». Che ne è dell'insegnamento su Gesù «unica salvezza»? Anche qui a marcare la distanza con il pericolo Islam risuonano le parole di Papa Benedetto XVI a Ratisbona e la sua lectio magistralis del 12 settembre 2006 in cui citava l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo sulla guerra santa: «Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava».
LOTTA ALLA PEDOFILIA
Bergoglio ha proseguito la «tolleranza zero» contro la pedofilia ordinata proprio da Papa Ratzinger e ha istituito la Commissione pontificia, presieduta dal cardinale francescano Seán O'Malley, per fronteggiare questa orrenda piaga. Ma che senso ha fare la guerra ai preti che molestano i bambini e permettere che alle Congregazioni ci siano cardinali sporcati dalle accuse di abusi sessuali (già dal 1983) e teoricamente «puniti» da Papa Francesco? È il caso di Juan Luis Cipriani, conservatore legato all'Opus Dei non elettore, che - come ha scoperto per primo Antonino D'Anna su Affaritaliani - ha partecipato sia al funerale sia alle Congregazioni.
Tra i suoi nemici c'è anche l'attuale arcivescovo di Lima Carlos Castillo che invoca il rispetto dei provvedimenti papali contro di lui, proprio quando monsignor Angelo Becciu è stato spinto ad autoescludersi dal Conclave per la condanna a un processo probabilmente pilotato, lui che pure era stato ingiustamente tirato in ballo perché avrebbe finanziato i falsi testi contro il cardinale George Pell. Quanti innocenti hanno pagato un prezzo troppo alto perché il Papa è stato ingannato?
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