Sono stati 516 i nuovi contagi di ieri in Italia. Un dato inferiore ai due giorni precedenti (593 giovedì, 584 mercoledì) e in linea con l'andamento degli ultimi dieci giorni, quando non si è mai superato quota 669 e non si è mai sceso sotto i 300. Un dato rassicurante, soprattutto se confrontato con quello dei tamponi refertati ieri, che sono stati 72.135, un numero piuttosto elevato (anche se giovedì erano stati 75.893). Il tasso di contagio è di 0,71 per cento, mentre se si considerano i tamponi su nuovi soggetti, che ieri sono stati 38.233, questo valore sale all'1,35 per cento.
Continua a preoccupare la Lombardia, che si giorno in giorno fa sempre più la parte del leone nella contabilità dell'epidemia. Ieri nella regione nettamente più colpita sono stati contati ben 354 nuovi casi, poco meno rispetto ai382 di giovedì e ai 384 di mercoledì. angoscia soprattutto il fatto che la Lombardia «fatturi» il 68,60 per cento dei casi totali e che questo andamento sia diventato stabile negli ultimi giorni: giovedì era stato del 64,42, mercoledì del 65,75. Insomma, il peso della Lombardia cresce sempre di più ed è attualmente molto superiore alla media «storica» che dall'inizio dell'emergenza coronavirus sta ben sotto la soglia del 40 per cento (38,12). Analizzando dati che arrivano dalle varie province lombarde si scopre che ieri la più colpita è stata quella di Milano con 74 (32 nel solo capoluogo), davanti a Brescia (71) e Bergamo (58). Questi tre territori ciascuno da solo ha avuto ieri più nuovi casi di qualsiasi altra regione e tutti e tre insieme più del resto dell'Italia. Dietro la Lombardia ci sono il Piemonte (+56), l'Emilia-Romagna (+38) e il Lazio (+16). Sei regioni (Abruzzo, provincia autonoma di Bolzano, Umbria, Valle d'Aosta, Calabria e Basilicata) ieri non hanno registrato nemmeno un caso.
I casi attualmente positivi sono 46.145, dei quali quasi la metà (22.683) in Lombardia, mentre la seconda regione, il Piemonte, è molto indietro con 5.658. Degli ancora malati solo 475 sono ricoverati in terapia intensiva, con una diminuzione di 14 rispetto a giovedì (ma in Lombardia il dato è rimasto lo stesso: 173), mentre 7.094 sono ricoverati in reparti ordinari e 38.606 in isolamento fiduciario domestico.
I morti ieri sono stati 87, per la quinta volta negli ultimi sei giorni un dato a due cifre, con il totale che sale fino a 33.229. In Lombardia se ne sono verificati 38. Questa regione conserva il triste primato della percentuale di morti rispetto al totale nazionale, con 16.012 in totale, quasi la metà (48,19 per cento).
Il dato che però colpisce di più è la percentuale di morti rispetto ai casi totali, che in Lombardia tocca il 18,09 per cento rispetto a una media nazionale del 14,31 per cento e a una media dell'Italia senza Lombardia dell'11,98. I guariti di ieri sono stati 2.240 e portano il totale a 152.844.
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