Schiaffo di Battisti: «Non torno»

Il giudice conferma l'arresto. Il latitante: «Non temo il rimpatrio, qui lo Stato mi protegge». Pressing del ministro Orlando: «Sconti la pena da noi»

«Non ho paura di essere estradato in Italia», nonostante la recente richiesta da parte del governo italiano: Cesare Battisti si sente «protetto» dal decreto dell'ex presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, che nel 2010 gli ha concesso «un visto permanente». Il terrorista ex Pac lo avrebbe detto alla polizia, secondo il quotidiano brasiliano Estadao. «Ero lì per pescare e fare shopping», avrebbe spiegato per giustificare il viaggio al confine con la Bolivia. Battisti è stato arrestato due giorni a Corumbà. Era in possesso di una consistente quantità di valuta straniera non dichiarata, in auto anche tracce di cocaina. Nell'udienza di ieri il giudice federale, Odilon de Oliveira, ha confermato l'arresto. Il 31 dicembre 2010 Lula gli aveva dato asilo politico bloccando l'estradizione in Italia, dove deve scontare quattro ergastoli. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando assicura che «l'Italia è fortemente determinata a far sì che sconti la pena nel nostro Paese». Continua il Guardasigilli: «L'estradizione è possibile, l'Italia la chiede da tempo.

Abbiamo fatto tutti i passi presso le autorità brasiliane e alla luce di questo nuovo fatto ne faremo altri». Mentre Alberto Torregiani, figlio di una delle vittime del terrorista, ringrazia le molte persone che gli hanno dato sostegno in queste ore: «Vuol dire che tanta gente ha sete di giustizia».

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