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Schiaffo di Casaleggio ai grillini disonesti: ora "spegne" Rousseau

Troppi morosi: tagliati servizi e tutele legali. Ma Crimi tenta di congelare le sanzioni

Schiaffo di Casaleggio ai grillini disonesti: ora "spegne" Rousseau

Alessandro Di Battista attacca. Luigi Di Maio lo snobba. Davide Casaleggio rilancia e «spegne» Rousseau. Casaleggio mantiene la promessa e riduce i servizi della piattaforma. Lo fa con un annuncio sul Blog delle Stelle, firmato dall'Associazione Rousseau. «Alla luce dell'attuale situazione economico-finanziaria aggiornata all'ultima tranche di versamenti in scadenza il 30 settembre - scrive Rousseau - siamo costretti a procedere alla sospensione di alcuni servizi e all'annullamento di attività e/o iniziative». Mancano ancora i 300 euro di molti parlamentari che hanno deciso di non versare più il contributo. Sospese otto attività e funzioni. Rinviata la seconda tappa del Villaggio Rousseau, prevista per il 4 ottobre, disdetto l'affitto di parte dell'ufficio di Milano. Il guru non esclude di tagliare altre funzioni di Rousseau. Che, ricordiamo, si occupa anche della tutela legale del M5s, del capo politico e del Garante Beppe Grillo. Alla luce di ciò, questo passaggio del comunicato dell'Associazione suona quasi come una minaccia velata: «Si continuerà a garantire, con le risorse possibili, la tutela legale del M5s, del Garante e del Capo Politico». Casaleggio invita ad avviare i procedimenti disciplinari per chi non versa più l'obolo mensile: «Continuiamo ad augurarci che nel rispetto di tutti gli eletti che, con coerenza, lealtà e onestà onorano gli impegni presi e anche verso tutti gli iscritti, chi ha la responsabilità di far rispettare le regole la eserciti con giustizia ed equità». Ma proprio su questo fronte, il reggente Vito Crimi ha chiesto ai probiviri di «congelare» le sanzioni per i morosi delle restituzioni. Tra i quali, almeno secondo il sito Tirendiconto.it, risulta persino lui. Infatti è cambiata di nuovo la dicitura che compare al di sopra dell'elenco dei parlamentari. Adesso si legge che per essere in regola bisogna aver completato le rendicontazioni, che comprendono anche i 300 euro a Rousseau, fino al mese di luglio. Ma Crimi è fermo ad aprile. Così come Di Maio e Fico. Mentre Paola Taverna, nonostante le sue recenti giustificazioni, sembra ancora bloccata a dicembre 2019. Indietro anche ministri come Federico D'Incà e Vincenzo Spadafora e sottosegretari come Riccardo Fraccaro e Carlo Sibilia. Fioccano però le giustificazioni sui ritardi nell'inserimento dei nuovi bonifici in una procedura definita «cervellotica». E c'è anche un piccolo giallo. Perché alcuni parlamentari riferiscono che nel testo della mail ricevuta da Casaleggio il 14 settembre scorso non compare più l'elenco dei non morosi riferiti solo al contributo per Rousseau, ma c'è solo un link che reindirizza ai dati di Tirendiconto.it.

La tensione politica è tornata a salire oltre il limite di guardia con le dichiarazioni di Di Battista a Piazzapulita. Impossibile non abbozzare una reazione. Dato che l'ex deputato ha paragonato il M5s all'Udeur di Clemente Mastella e ha definito «morte nera» l'alleanza con il Pd. Di Maio sceglie il profilo basso. E replica su Facebook senza nominare l'avversario. «Negli ultimi otto anni abbiamo affrontato anche momenti difficili, ma siamo sempre riusciti a rialzarci - scrive Di Maio - volevo dirvi che ce la faremo, volevo dirvi di non scoraggiarvi, di guardare sempre avanti e mai indietro». Scontato dire che il destinatario del messaggio è l'ex amico Di Battista. Dipinto come colui che vuole riportare al passato le lancette dell'orologio. Di Maio dà il via alla reazione collettiva. Nel mirino la definizione «morte nera», mutuata dalla saga di Star Wars. «Udeur? Morte nera? Non stiamo giocando agli strateghi», risponde Carlo Sibilia, sottosegretario all'Interno.

Ma sono i movimenti degli eletti alla prima legislatura a impensierire i vertici. Un gruppo trasversale alle «correnti», guidato da almeno 20-30 parlamentari, vuole contare di più. La battaglia principale di questi peones consiste nell'evitare che venga derogata la regola dei due mandati. Molte le richieste.

Dall'alternanza dei volti da mandare in Tv fino alla possibilità di destinare le restituzioni ad associazioni sul territorio.

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