"È un franceschiniano", nel Pd l'etichetta che viene affibbiata a Francesco Saverio Garofani, consigliere per la Difesa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, racchiude il senso dell'operazione svelata da La Verità. È una sveglia-scossone innanzitutto per Elly Schlein e forse dopo per il governo Meloni. Nel campo largo, le manovre degli ulivisti, da Prodi a Franceschini, sono iniziate. Con un obiettivo finale: imbrigliare la segretaria e portarla verso una posizione meno radicale e più centrista. È un piano che però, rischia di trasformarsi in una minaccia: il trio Speranza-Franceschini-Orlando, i grandi azionisti della vittoria di Schlein al congresso, minacciano di aprire una verifica interna sulla leadership democratica. Togliere il sostegno alla segretaria e metterne in discussione la guida alla vigilia delle elezioni politiche. Nell'agenda sono due gli appuntamenti cerchiati in rosso. Entrambi nel prossimo fine settimana.
A Montepulciano, il correntone Speranza-Orlando Franceschini si riunisce per una tre giorni di meditazione-riflessione. È un raduno di corrente al quale parteciperà anche la segretaria Schlein. È una prima resa da parte della leader, che il giorno della vittoria contro Bonaccini prometteva: "Libererò il Pd dalle correnti". Per l'eterna legge del contrappasso, Schlein se vuole sopravvivere fino al congresso deve trattare proprio con le correnti. La più numerosa è quella del trio Speranza-Franceschini-Orlando. Hanno delegati a sufficienza per chiedere, ovviamente in aggiunta ai riformisti, il congresso anticipato. Si aspetta il voto nelle regioni di domenica: Veneto, Puglia e Campania. E poi si aprirà la stagione di verifica nel Pd. Schlein sarà a Montepulciano. Per convincere il correntone dovrà mettere sul tavolo proposte e non aria fritta: l'impegno ad aprire al mondo civico e moderato. Guardando proprio in direzione di quella lista civica nazionale, ispirata da Ernesto Maria Ruffini, evocata dal braccio destro del Capo dello Stato nella cena sulla terrazza romana. Nel prossimo fine settimana c'è un'altra riunione di corrente. In Toscana, a Prato, si radunano i riformisti. Rispetto al correntone di Franceschini, i riformisti sono più agguerriti.
E soprattutto non nascondono la propria linea di totale dissenso rispetto a quella della segretaria. I riformisti guardano a Pina Picierno come anti-Schlein. A Prato, saranno ospiti di Matteo Biffoni, record di voti alle ultime elezioni regionali, Giorgio Gori, Graziano Delrio e Marco Bentivogli. È l'anima ulivista del Pd che affila le armi e vuole condizionare liste e alleanze alle prossime elezioni politiche. Schlein deve scendere a patti. Non può forzare. Anche perché il caso Garofani le ha dato la sveglia. L'ha messa davanti alla realtà. Ai piani alti della sinistra, non gradiscono la virata su posizioni radicali. Romano Prodi è l'altoparlante di quel dissenso.
Tra gli ulvisti, che si preparano alla battaglia, c'è Paolo Gentiloni. L'ex commissario Ue messo in pre-pensionamento dalla segretaria non si dà per vinto. Vuole dimostrare di aver un peso nel Pd. E prova a farlo con i suoi parlamentari Lia Quartapelle, Filippo Sensi ed Enzo Amendola.