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Scholz supera il primo test per 200 miliardi di ragioni

L'Spd del Cancelliere vince le elezioni regionali in Bassa Sassonia. Raddoppia la destra dell'Afd

Scholz supera il primo test per 200 miliardi di ragioni

Buone notizie dalla Bassa Sassonia per il cancelliere Olaf Scholz. Ieri il suo partito socialdemocratico (la Spd) ha vinto le elezioni per il rinnovo del Parlamento regionale di Hannover. Secondo le prime proiezioni, la Spd ha perso 3,7 punti confermandosi però primo partito con il 33,2% dei voti. Non una cavalcata trionfale ma l'obiettivo dei socialdemocratici a Berlino era respingere l'assalto dei cristiani democratici (Cdu) guidati su scala nazionale da Friedrich Merz. Un assalto fallito visto che ad Hannover il partito che fu di Angela Merkel ha fatto peggio delle aspettative, perdendo 5,5 punti a quota 28,5% dei consensi. Una batosta per Merz che, forte delle divisioni in seno alla maggioranza su politica estera e politica energetica, aveva esplicitamente tentato di trasformare le regionali «in un referendum sul mantenimento in attività della centrale nucleare di Lingen-Emsland».

Una legge del 2011, voluta da Merkel all'indomani dell'incidente nucleare di Fukushima, ha disposto la chiusura progressiva di tutte le centrali atomiche entro la fine del 2022. La crisi energetica seguita al conflitto russo-ucraino ha però rimesso in discussione questa decisione: oggi in Germania sono ancora attive tre centrali, inclusa quella di Emsland, in Bassa Sassonia. Dopo mesi di braccio di ferro in seno alla maggioranza fra i Liberali pro-nucleare e i Verdi storici nemici dell'atomo, il governo Scholz si è detto disposto a prorogare la vita degli altri due impianti Neckarwestheim in Baden-Württemberg, e Isar 2 in Baviera escludendo invece Emsland. Il premier regionale di Hannover, Stephan Weil della Spd, ha appoggiato la linea del governo spiegando che la Bassa Sassonia produce molto eolico e riceve altrettanto gas naturale attraverso i vicini Paesi Bassi. Merz e la Cdu regionale avevano invece contestato il governo federale chiedendo agli elettori di Hannover e dintorni di mettere nell'urna un chiaro segnale pro-atomo. Anche i Liberali sono usciti scottati dalle urne scendendo al 5%, sul filo della soglia di sbarramento: il numero uno del partito, il ministro federale delle Finanze Christian Lindner ha accusato il colpo: «È una serata triste per i liberali. Molti nostri sostenitori si sentono estranei in questa coalizione».

Una coalizione che continua a premiare i Verdi: ad Hannover gli ecologisti hanno guadagnato quasi 9 punti raccogliendo il 14,5% dei consensi.

A intercettare le preferenze di chi avrebbe voluto tenere in vita Emsland sono stati invece i sovranisti di AfD che diventano il quarto partito ad Hannover passando dal 6 all'11%. AfD conferma così la propria natura di partito antisistema sempre pronto a sfruttare i passaggi difficili come la pandemia o la crisi energetica. L'affermazione di AfD non impensierisce però Weil: «Abbiamo combattuto e abbiamo vinto», ha esultato il governatore uscente, libero adesso di confermare la grande coalizione con la Cdu oppure di tornare all'alleanza con i Verdi già sperimentata fra il 2013 e i 2017.

Scholz da parte sua può tirare un sospiro di sollievo: i continui litigi sul nucleare fra Verdi e Liberali avevano già logorato il suo governo inaugurato appena dieci mesi fa.

Confortato sul fronte domestico, il cancelliere ha adesso più margini per affrontare le critiche degli alleati europei sul pacchetto di aiuti da 200 miliardi per famiglie e imprese afflitte dal caro-energia appena varato dal suo governo: per molte capitali Ue un piano di tale entità rischia di salvare solo i tedeschi mentre il resto del continente affonda.

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