Scontri e spari contro i civili a Zahedan. Silurati i vertici

A 42 giorni dalla morte della 22 Mahsa Asimi, non c'è pace per l'Iran.

Scontri e spari contro i civili a Zahedan. Silurati i vertici

A 42 giorni dalla morte della 22 Mahsa Asimi, non c'è pace per l'Iran. Le forze di sicurezza sono tornate ad aprire il fuoco sulla folla che protestava urlando slogan contro la Repubblica islamica e la Guida Suprema, Ali Khamenei, a Zahedan, nel sud-est del Paese, dopo la preghiera del venerdì. Potrebbe essere un massacro. I violenti scontri arrivano trenta giorni dopo il «venerdì di sangue», quando il 30 settembre la folla aveva cercato di prendere il controllo di un commissariato di polizia e gli agenti sono intervenuti, facendo almeno 35 vittime, ma potrebbero essere 90. Le autorità iraniane hanno rimosso ieri due alti funzionari della sicurezza a Zahedan per le violenze, nelle quali sostengono siano stati uccisi anche uomini della sicurezza.

Le manifestazioni non si fermano in ogni angolo dell'Iran. Ancora ieri cortei di protesta si sono tenuti nelle principali città della Repubblica Islamica, a cominciare da Teheran. Un giovane chef 19enne è stato ucciso a manganellate in testa dalle forze di sicurezza iraniane ad Arak, nel centro del Paese. Si chiamava Mehrshad Shahidi e aveva 19 anni. Come spesso accade in questi giorni, il suo corpo non è ancora stato restituito alla famiglia. Protestava dopo il funerale di Esmaeil Mauludi, 35enne ucciso mercoledì notte.

E la verità sta emergendo, grazie a un'inchiesta della Cnn, sulla morte di Nika Shahkarami, la 16enne scomparsa dopo una protesta e restituita morta dalle autorità, «per suicidio». In realtà, Nika sarebbe stata inseguita, fermata e fatta salire a forza su un'auto da «robusti agenti della sicurezza iraniana in borghese». Come Mahsa Amini, Nika sarebbe morta per mano degli agenti. La versione è sostenuta dalla testimonianza di un'amica, Ladan, che in piazza ha bruciato il velo islamico insieme a Nika, ma anche da decine di video ottenuti in esclusiva dalla Cnn, oltre che dai racconti di testimoni oculari. Nika ha provato a scappare, come si vede dai filmati, e anche a nascondersi accovacciata dietro un'auto. Non è bastato a salvarle la vita.

Nel

mirino anche cittadini stranieri. Lo spagnolo Santiago Sánchez Cogedor, trekker di cui si erano perse le tracce a inizio ottobre mentre viaggiava verso il Qatar, è stato arrestato. Madrid è al lavoro per gestire il caso.

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