Guerra in Ucraina

La scorribanda delle forze speciali in Crimea

Il commando Gur: "Sconfitta agli invasori di Putin". Gli ucraini sfondano a Bakhmut e Zaporizhzhia

La scorribanda delle forze speciali in Crimea

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Il video è impietoso e spazza via la narrazione russa. Siamo a Klishyivka, a sud di Bakhmut, la battaglia è feroce, ma si possono scorgere i soldati di Kiev che mettono in fuga gli invasori. Il filmato è stato girato dal capitano Danylo Zubko, ufficiale del 13esimo Battaglione d'assalto, e pubblicato in rete. Zubko commenta: «Porteremo orgoglio e coraggio in ogni angolo del Paese». Ieri in effetti l'Ucraina è riuscita a mostrare i muscoli come mai accaduto dall'inizio dell'invasione russa. Le truppe di Kiev hanno assaltato la Crimea, conquistato parecchio terreno nella regione di Zaporizhzhia, così come nell'area di Bakhmut, e colpito postazioni in territorio russo. Per la prima volta la controffensiva sta funzionando senza intoppi, favorita dal sostegno delle moderne armi occidentali, dal sacrificio spesso estremo degli sminatori, e da alcuni errori di valutazione commessi dalla catena di comando dell'esercito russo.

Il colpo sensazionale è arrivato dagli uomini delle Forze speciali Stuhna e Bratstvo delle unità dell'Intelligence della Difesa, che sono sbarcati sul territorio della penisola di Crimea all'altezza di Olenivka, per poi spingersi per 12 km fino a Tarkhankut Pivostriv. Il video di Telegram mostra imbarcazioni militari e moto d'acqua che si dirigono verso la costa. I soldati, una volta arrivati a destinazione, srotolano il drappo giallo-blu. «La Crimea sarà ucraina o disabitata», grida uno dei soldati. Andriy Yusov, funzionario degli 007 di Kiev, ha commentato i dettagli dell'operazione, spiegando che «la battaglia è stata cruenta, abbiamo perso alcuni uomini, ma i russi hanno avuto la peggio».

Un altro assalto sarebbe stato diretto più a nord, all'altezza di Krasnoperekopsk. Osservando le località sulla cartina si evince che gli ucraini stiano facendo le prove generali per una futura operazione di accerchiamento. Yusov infatti ha confermato che «è stato soltanto un assaggio. Dopo il blitz ci siamo ritirati». Le Forze speciali hanno anche distribuito volantini alla popolazione della zona affinché assistano in ogni modo possibile i soldati di Kiev nella restituzione dei territori. Il Cremlino ha ammesso solo in parte quanto accaduto, sostenendo di aver fermato il tentativo di penetrazione e preso in ostaggio un paio di incursori. Nella medesima area la Russia sta trasferendo parte della flotta del Mar Nero da Sebastopoli, che è costantemente sotto attacco, a Novorossiysk nel territorio di Krasnodar. In zona rimangono quattro grandi navi anfibie e un sottomarino.

L'altro fronte caldo è quello di Zaporizhzhia. Dopo aver conquistato Robotyne, sta per cadere anche Tokmok, località che i russi sono stati costretti a sgomberare. Gli uomini della 47esima brigata meccanizzata «Magura» si stanno avvicinando a Melitopol, dove il comandante in capo Zaluznyj vorrebbe allestire un centro operativo per coordinare le operazioni verso la Crimea. Come accennato, Mosca commette errori, alcuni anche clamorosi. Lo scorso 28 settembre, ma si è saputo solo ieri, un Su-35S è stato abbattuto da fuoco amico. Si tratta di uno dei jet più sofisticati di cui disponeva l'aviazione russa. Prosegue l'avanzata a Bakhmut e a Klishyivka, così come nelle zone orientali di Klishcheevka e Andreevka, ma Kherson continua a essere bombardata. Ieri a est si è recato Zelensky. «Stiamo facendo di tutto per dotarci di più sistemi di difesa aerea prima dell'inverno, ne fabbricheremo anche in collaborazione Usa. La Crimea? Tornerà a essere nostra, ma temiamo ritorsioni nucleari di Putin», ha dichiarato. Intanto gli Usa trasferiranno all'Ucraina migliaia di armi e munizioni confiscate agli iraniani.

Un ulteriore fronte dove Kiev ottiene risultati è quello russo. L'altra notte droni hanno attaccato il sistema di difesa aerea S-400 Triumph a Belgorod, stazione radar in grado di rilevare obiettivi a quote estremamente basse. Le esplosioni hanno mandato in fumo attrezzature per 1,2 miliardi di dollari. Si tratta del secondo sistema colpito dopo quello a Yevpatoria il 14 settembre.

Mosca parla di «attacco terroristico», sostenendo di aver annientato droni a Belgorod, Bryansk e Kursk.

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