Coronavirus

Scritta choc sul muro a Milano. Minacce comuniste a Fontana

La rivendicazione dei Carc che danno "dell'assassino" al governatore lombardo. Intimidazioni a Cirio

Scritta choc sul muro a Milano. Minacce comuniste a Fontana

«Fontana assassino». La scritta lapidaria apparsa ieri all'alba sui muri di via Vittorelli a Crescenzago (periferia sud di Milano) non lascia spazio a interpretazioni soggettive e tanto meno a chiarimenti. Falce e martello l'accompagnano e la sigla «P.Carc» la identifica e la rivendica nel movimento di estrema sinistra autore del gesto, ovvero quei Comitati di appoggio alla resistenza comunista tanto coccolati dal sindaco Beppe Sala.

A immortalare l'immagine e a diffonderla online ieri all'alba è stato il giovane presidente del Municipo 2, il leghista Samuele Piscina di cui tutto si può dire ma non che non sia presente sul territorio. «Gli artisti in questione sono gli stessi che, lo scorso 25 aprile, hanno manifestato senza autorizzazioni e in barba ai decreti anti Covid-19 - scrive Piscina in una nota -. Questo becero murales, realizzato con il favore delle tenebre, dimostra con evidenza quanto siano pericolosi e stupidi gli estremismi» conclude il leghista. Che chiede perciò a Beppe Sala, oltre a far rimuovere le scritte in tempi rapidi, di «condannare l'accaduto in modo inequivocabile». Il sindaco, con il consueto distacco, lo accontenta più tardi con un Twitter di circostanza. «Ci viene segnalato un murales ingiurioso nei confronti del governatore Fontana, cui va la mia solidarietà - cinguetta il primo cittadino nel pomeriggio -. Milano non può tollerare insulti né toni del genere» chiosa il sindaco.

Negli ultimi tempi i Carc hanno ripreso a cavalcare l'onda del malessere e stavolta ce l'hanno con quello sanitario. Proprio qui, in una delle città più colpita dal coronavirus, il 25 aprile i militanti di questo movimento politico extraparlamentare di ispirazione marxista-leninista e maoista, non solo se l'erano spassata sfilando in bicicletta e decorando le lapidi dedicate ai partigiani con drappi rossi insieme agli «amici» dei centri sociali, ma si erano anche scontrati con la polizia. Accusando poi sui social la questura di «squadrismo istituzionale» per poi attaccare infine la «propaganda di regime» e con essa le norme anti Covid. Nel frattempo però gli uomini della Digos, che avevano filmato i responsabili del caos creato ad hoc durante un Anniversario della Liberazione mai così blindato, quelli del Carc li aveva filmati e identificati tutti. E ora non hanno dubbi particolari: «Tra loro ci sono sicuramente gli autori della scritta contro Fontana, tutte nostre vecchie conoscenze».

Non c'è stata pace ieri per i governatori, ma stavolta in Piemonte e sempre a causa di una scritta. Una busta sospetta indirizzata al presidente della Regione Alberto Cirio è stata intercettata infatti in mattinata nella sua segreteria di piazza Castello: all'interno un foglio con la scritta «antrace». Al termine della bonifica di vigili del fuoco, carabinieri e artificieri, busta e foglio sono stati affidati agli investigatori del comando provinciale di Torino e, per la ricerca di impronte e altre tracce utili, al Reparto investigazioni scientifiche dell'Arma, i Ris di Parma.

Si torna a Milano nel tardo pomeriggio. A Palazzo Lombardia ieri venerdì,- giornata in cui i dipendenti (anche per l'allarme Covid) sono pochissimi e non si è dovuti ricorrere a una vera e propria evacuazione - erano state programmate le operazioni di sanificazione, «pulizie» durante la quale tutti gli armadietti devono essere lasciati aperti. È così che all'interno di un armadietto sono stati ritrovati due contenitori sospetti. Apparsi ancora più loschi visto l'armadietto in questione era quello di un dipendente a suo modo «particolare», cioè il padre del 21enne Alessandro Fino, morto mercoledì nell'esplosione del suo laboratorio chimico nella villetta-polveriera di Fino Mornasco (Como).

Gli artificieri della polizia però in quei barattoli hanno trovato solo un po' d'innocua marmellata.

Commenti