"Lo scudo parlamentare non può proteggere criminali pericolosi. Nessuno è al di sopra della legge"

Il braccio destro del premier magiaro Balázs Orbán: "La nostra posizione è chiara: spetta ai tribunali decidere"

"Lo scudo parlamentare non può proteggere criminali pericolosi. Nessuno è al di sopra della legge"
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Balázs Orbán è una delle figure più influenti del governo ungherese, membro del parlamento magiaro, è direttore politico del primo ministro Viktor Orbán (con cui non è imparentato). Lo abbiamo intervistato per avere la sua opinione sul voto per la revoca dell'immunità a Ilaria Salis al parlamento europeo: "La posizione del governo ungherese è chiara: spetta ai tribunali decidere e nessuno dovrebbe essere posto al di sopra della legge solo perché così lo vogliono gli ambienti politici di sinistra".

Oggi la Commissione Giustizia del Parlamento europeo voterà sulla revoca dell'immunità parlamentare di Ilaria Salis. Perché il governo ungherese ritiene che la Salis debba perdere la sua immunità?

"Ilaria Salis e i suoi complici si sono recati deliberatamente in Ungheria per lanciare attacchi Antifa nelle strade di Budapest secondo l'accusa e, per la procura, hanno aggredito brutalmente passanti innocenti, lasciandone alcuni in fin di vita: un'ondata di violenza premeditata senza precedenti in Ungheria, che ha sconvolto l'intera nazione. Le autorità hanno agito rapidamente, arrestando Salis e accusandola di aggressione organizzata. Ma il secondo shock è arrivato quando, invece di affrontare la giustizia, Salis ha ottenuto l'immunità parlamentare europea e la protezione politica da Bruxelles. Che messaggio trasmette questo alle vittime e alle loro famiglie? Che messaggio trasmette agli europei che credono che tutti debbano essere uguali davanti alla legge? La posizione del governo ungherese è chiara: l'immunità non può proteggere i criminali violenti".

Ritiene che la commissione voterà a favore o contro la revoca della sua immunità?

"Questo voto non riguarda solo il caso di Ilaria Salis ma anche l'integrità e la credibilità del Parlamento europeo. È dovere delle istituzioni dell'Ue inviare un messaggio chiaro: la violenza non ha posto nella politica. Confidiamo sinceramente che i membri della commissione sceglieranno la legalità e lo Stato di diritto, piuttosto che gli interessi di coloro che hanno commesso crimini brutali contro cittadini innocenti di uno Stato membro dell'Ue".

In Italia si discute del post pubblicato dal portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs in cui ha inviato a Ilaria Salis le coordinate di una prigione e la sinistra sostiene che si tratti di un'ingerenza politica nel processo, è così?

"Non c'è alcuna ingerenza politica. Ilaria Salis non è un'eroina, né una figura perseguitata politicamente, né una martire, ma un'estremista violenta che, secondo l'accusa, ha aggredito persone indifese per le strade di Budapest. Invece di stare dalla parte delle vittime e chiedere giustizia, stanno cercando di trasformare l'imputata in una martire politica. Nel frattempo, in Italia, il caso del vice primo ministro Matteo Salvini non è ancora stato completamente chiuso, nonostante il suo unico reato sia stato quello di difendere il proprio Paese e agire contro l'immigrazione clandestina".

La Salis ha affermato che il suo sarà "un processo farsa, con un verdetto già scritto, condotto in assenza di garanzie democratiche". Come risponde a chi sostiene che la giustizia in Ungheria non sia indipendente dalla politica?

"Non c'è motivo di preoccuparsi per il sistema giudiziario ungherese. Non è una nostra affermazione ma quella del Quadro di valutazione della giustizia nell'UE 2024 della Commissione europea che colloca l'Ungheria tra i paesi con i migliori risultati in diversi settori".

Orbán ha deciso di dichiarare illegali i gruppi antifascisti, seguendo la decisione di Trump, perché questa decisione?

"L'obiettivo dell'Ungheria è chiaro: vogliamo pace e sicurezza per i nostri cittadini. I gruppi di stampo antifascista rappresentano l'opposto. In tutta Europa e negli Stati Uniti abbiamo visto come questi movimenti trasformino l'attivismo politico in violenza, intimidazione e caos nelle strade.

Seguendo l'esempio dell'amministrazione Trump, l'Ungheria ha deciso di chiamarli con il loro vero nome: organizzazioni terroristiche. Terrorismo significa usare la violenza, o la minaccia di usarla, per instillare paura e imporre obiettivi politici o ideologici. Questo è esattamente ciò che ha fatto Antifa a Budapest".

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