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Scuola, centristi pronti allo strappo: "Garantire la parità scolastica"

Appello di 44 deputati della maggioranza a Renzi: "È ora che la parità scolastica diventi una realtà concreta". Adesso cosa dirà la sinistra dem?

Scuola, centristi pronti allo strappo:  "Garantire la parità scolastica"

La riforma della scuola rischia di impantanarsi. Ed è la stessa maggioranza a spaccarsi. Ben 44 deputati appartenenti a gruppi parlamentari di maggioranza hanno, infatti, scritto una lettera-appello al premier Matteo Renzi affinché la parità scolastica tra scuole pubbliche e private diventi una realtà concreta.

"Il piano per la 'buona scuola' è il più importante tentativo di riformare globalmente la scuola italiana dall’epoca della riforma gentiliana - si legge nella lettera pubblicata oggi dal quotidiano Avvenire - proprio per questo lo slancio riformatore che il governo sta portando avanti in molti campi non può perdere un’occasione irripetibile per avviare nei fatti lo storico gap della scuola italiana in tema di pluralismo e libertà di educazione". I 44 deputati della maggioranza propongono, quindi, a Renzi di valutare un sistema fondato sulla detrazione fiscale, accompagnato dal buono scuola per gli incapienti, sulla base del costo standard. "Questo - si legge ancora nell'appello - potrebbe essere un primo significativo passo verso una soluzione di tipo europeo".

Il primo firmatario dell'appello a Renzi è Gian Luigi Gigli del neonato gruppo "Per l’Italia-Cd". "Lo Stato moderno - si sottolinea nella lettera - dovrebbe saper trasformarsi da gestore in controllore e garante della qualità formativa di tutta l'offerta pubblica". Per i firmatari Renzi dovrebbe iniziare dando "attuazione concreta ai principi della legge Berlinguer del 2000, senza ulteriori inaccettabili discriminazioni per le famiglie che intendono avvalersi delle scuole pubbliche paritarie".

"Del resto - è la conclusione - se fosse pubblico solo ciò che è statale, l’Italia non potrebbe vantare due giganti della pedagogia moderna come Maria Montessori e don Lorenzo Milani".

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