«Per noi insegnanti, la violenza va contro l'essenza stessa della professione. Sosteniamo le proteste contro la guerra e chiediamo un cessate il fuoco immediato». Sono oltre 5mila i docenti russi che hanno firmato una lettera aperta di Teachers Against War per chiedere la fine del conflitto in Ucraina. Il documento (al quale si può ancora aderire inviando un'email a teachershelpnow @gmail.com ) è stato rimosso dal web per cautela, dopo l'introduzione della legge che prevede multe e fino a 15 anni di carcere anche solo per chi chiama «guerra» il conflitto in Ucraina. Troppo rischioso tenerlo on-line: conteneva nomi e località di provenienza dei firmatari.
Ma in Russia la scuola è diventata trincea nella guerra di propaganda di Vladimir Putin, ostinato a diffondere il «pensiero unico» a costo di indottrinare e spiare studenti e insegnanti, fin dalle elementari. Il Cremlino sa che si vince meglio e prima se si comincia dai banchi di scuola. Non a caso Maria Zakharova, direttrice del Dipartimento d'informazione e stampa del Ministero per gli Affari Esteri russo, il 28 febbraio ha convocato una videoconferenza urgente con gli insegnanti di Mosca per spiegare: «Siete in prima linea in questa guerra dell'informazione». Zakharova ha istruito per un'ora e mezza maestri e professori, spiegando che da quel momento avrebbero dovuto discutere dell'Ucraina «con il supporto metodologico» del ministero. Tradotto: è necessario definire la guerra come «operazione di demilitarizzazione per il mantenimento della pace». Bisogna spiegare che Euromaidan, le manifestazioni pro-Europa del 2004 in Ucraina, hanno imposto «il volere della minoranza» e che la rivoluzione che cacciò dell'ex presidente filorusso Yanukovych nel 2014 fu sostanzialmente un colpo di Stato appoggiato dall'Occidente.
Da qualche settimana, sono arrivati nelle scuole russe i due manuali sull'«operazione speciale» in Ucraina destinati agli insegnanti. Nel primo, dedicato alle conversazioni «private» e intitolato «Le risposte a domande difficili sull'operazione militare speciale della Russia in Ucraina», ai prof interrogati dagli alunni se ci sia davvero una guerra in Ucraina, la risposta suggerita è: «Sì, va avanti da otto anni. L'Ucraina la sta muovendo contro i suoi stessi cittadini che vivono nel Donbass». L'altro manuale, dal titolo «Eventi in Ucraina» - entrambi visionati dal sito investigativo russo indipendente The Insider - è quello in cui si istruiscono i docenti a spiegare ai ragazzi, anche con l'uso di diapositive infarcite di «fake news» pro-Mosca, di non credere ai video delle città bombardate o dei civili morti perché «gli ucraini fanno di proposito filmati per denigrare il nostro esercito». Il manuale contiene anche ampi stralci del discorso di Putin alla conferenza per la Sicurezza di Monaco del 2007, considerato il momento di svolta in cui il presidente russo sfida l'Occidente, lamenta l'allargamento a Est della Nato e spiega che Mosca non è più disposta a giocare un ruolo secondario agli Stati Uniti. In alcuni casi - raccontano i docenti - le lezioni sono state filmate alla presenza del preside, in altri ai prof è stato chiesto di registrare di nascosto. Ma i manuali non sono ancora arrivati a tutte le scuole del Paese. E l'indicazione è: divieto di parlare dell'argomento, con l'eccezione di chi si è espresso pubblicamente a favore del presidente Putin, e di farlo solamente dopo essere stati ben istruiti dai manuali.
Molti prof contrari ammettono di
tenere il tema fuori dall'aula per evitare problemi. E c'è chi racconta: «Qualche bambino ci chiede a che serve studiare l'inglese e la letteratura internazionale se vivranno in un Paese completamente isolato dal mondo».
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