Cronache

"Scuola, con la riforma 20mila tecnici l'anno"

La riforma degli Its, gli Istituti Tecnici Superiori, è arrivata in porto. La Camera ha approvato all'unanimità (416 voti favorevoli su 420 presenti) la Proposta di Legge 544, Gelmini, Aprea e abbinate.

"Scuola, con la riforma 20mila tecnici l'anno"

La riforma degli Its, gli Istituti Tecnici Superiori, è arrivata in porto. La Camera ha approvato all'unanimità (416 voti favorevoli su 420 presenti) la Proposta di Legge 544, Gelmini, Aprea e abbinate. Un passaggio fondamentale per rispondere alla domanda di occupazione qualificata che arriva dal mondo dell'impresa e alle sollecitazioni presenti nel Pnrr.

Onorevole Valentina Aprea, qual è l'obiettivo di questa legge?

«Rafforzare e trasformare gli istituti tecnici superiori in un sistema terziario tecnologico avanzato è una battaglia per la quale, insieme a Forza Italia, lottavo da anni. Finalmente l'Italia si dota di una terza gamba nel sistema pubblico e integrato che consentirà di concerto con le imprese di formare i tecnici 4.0. Una legge che ci aiuterà a mettere a terra tutte le riforme previste dal Pnrr per le quali la figura dei tecnici specializzati è fondamentale. Finora ci sono state buone esperienze a livello regionale, ora nasce il sistema nazionale. Siamo certi di poter formare 20mila tecnici all'anno, rispetto ai 2mila attuali, tenendo fede a un impegno che il governo ha preso nel Pnrr».

Perché questa riforma è così importante?

«I giovani che cercano occupazione devono obbligatoriamente saper fare uso delle tecnologie. Le tecnologie richiedono competenze e costano, quindi serve una attività pubblica di sostegno. Dobbiamo rivedere l'organizzazione del 900 perché il mondo è cambiato, gli ecosistemi di oggi non sono più sufficienti. Questo piano non deve diventare uno strumento per immettere risorse ma accompagnare il Paese nella sua trasformazione. In Italia è mancata la diffusione della cultura scientifica e la formazione di quella filiera di tecnici specializzati come è avvenuto a partire dagli anni 60 e 70 in Germania, Francia e Regno Unito».

Come si svilupperà questa offensiva di formazione?

«Saranno valorizzate le migliori esperienze degli Istituti Tecnici già funzionanti nelle Regioni, ma sarà forte anche l'impronta delle Academy di derivazione aziendale, perché le imprese abbiano sempre più luoghi organizzati per interagire con le scuole, le università e i centri di ricerca e colmare il vuoto di competenze che mina il futuro dei giovani e del Paese. All'Italia serve un cambio di passo. Cito una frase di Papa Francesco: dobbiamo preparare il futuro, non prepararci per il futuro, cioè per qualcosa che inevitabilmente arriverà.

Dobbiamo correre verso il Terzo Millennio, formare i giovani, i nostri tecnici ed entrare con gambe solide nel futuro».

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