Mentre negli Stati Uniti il più grande sindacato degli insegnanti si è schierato apertamente a favore dell'obbligo vaccinale per chi lavora con i ragazzi, i nostri sindacati proprio non digeriscono il green pass nella scuola.
Anche se il 90% dei docenti è già immunizzato, quindi il problema della mancanza della certificazione riguarda una minoranza, e se i presidi sono favorevoli alla certificazione verde, continua a far discutere la decisione del governo di prevederla per il personale scolastico e di considerare assenza ingiustificata la mancanza del requisito con la sospensione dallo stipendio il quinto giorno. È stato uno dei motivi che giovedì ha fatto saltare la firma dell'accordo sul protocollo per il rientro in sicurezza tra i banchi. Va bene la mascherina in aula, la possibilità di derogare al distanziamento, le finestre aperte anche d'inverno, ma sul pass i sindacati non retrocedono. Lo considerano una decisione «unilaterale» del governo. L'Anief, in particolare, ne fa una questione di privacy: «Ai lavoratori della scuola, come per tutti quelli del pubblico impiego, ma anche per i privati, non si può chiedere alcunché sul loro stato vaccinale, poiché rientra nella sfera della riservatezza dei dati». Ieri c'è stato un nuovo incontro tra i sindacati della scuola e il ministero dell'Istruzione, alla ricerca di una quadra che non si trova. Intanto il tempo per chi deve mettersi in regola stringe, visto che il 1° settembre comincia il nuovo anno scolastico e il certificato si ottiene 15 giorni dopo la prima dose. Tuttoscuola ha calcolato che i professori No Pass perderanno fino a 70 euro per ogni giorno di sospensione e sarà oneroso anche per lo Stato che dovrà rimpiazzarli, attingendo dall'apposito stanziamento di 358 milioni di euro per il pagamento dei supplenti nominati in sostituzione del personale assente ingiustificato. Senza poter escludere che tra questi emergano poi altri No Pass.
Il certificato verde si appresta domani ad affrontare la prova del week end di Ferragosto, con le forze dell'ordine allertate dalle varie questure per controllare se l'attestato viene chiesto regolarmente dove necessario. Le verifiche saranno fatte a campione, con discrezione, soprattutto nelle zone di maggiore affluenza, anche ricorrendo ad agenti in borghese. A Roma in particolare saranno impiegati mille uomini per intensificare i controlli nel fine settimana clou dell'estate. Sicurezza in prima piano, nelle zone della movida, nei parchi vigilati dalle pattuglie di polizia a cavallo, sul litorale e anche allo stadio Olimpico, dove oggi si terrà la prima partita della stagione della Roma che disputerà un'amichevole contro il Raja Club Athletic di Casablanca: sono attesi 32mila tifosi muniti di green pass, centinaia dei quali stranieri. E sarà anche l'esordio per gli steward, ai quali spetta il controllo della certificazione verde.
Si registra anche il dietrofront dell'azienda torinese che aveva imposto l'uso del green pass ai dipendenti per mangiare a mensa. A annunciare il cambio di rotta è stata la Fim Cisl, la stessa che aveva proclamato lo sciopero dei lavoratori della Hanon Systems: «Il provvedimento è stato ritirato. Tutti potranno entrare senza distinzione alcuna».
Una soddisfazione per il sindacato: «Questa vertenza è servita da apripista su tutto il territorio nazionale per evitare forzature interpretative e a tutela di tutti i lavoratori», spiega il suo leader torinese, Davide Provenzano.
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