Cronache

Scuola, il sindaco vince il ricorso: "Il ministero paghi i pasti dei docenti"

I Comuni risparmieranno 1,30 euro al giorno per ogni prof o bidello

Scuola, il sindaco vince il ricorso: "Il ministero paghi i pasti dei docenti"

La mensa agli insegnanti e ai bidelli nelle scuole statali? La paga il datore di lavoro. E quindi il ministero. Lo Stato. Basta alle mense pagate dalle amministrazioni comunali, con i sindaci costretti a togliere dalle tasche dei cittadini i soldi per farci rientrare minestra, pollo, contorno e caffè alle maestre. La mensa ai docenti delle scuole pubbliche va pagata dallo Stato. Con lo Stato gli insegnanti hanno un contratto. Non con il Comune. A sollevare il caso è stato il comune di Quarto D' Altino, con il sindaco Claudio Grosso, «stanco» di pagare per i buoni pasto nelle mense. Anche perché lo Stato copre solo primo e contorno e non il pollo. E quindi il secondo, la deve pagare il ministero. La sentenza pilota della Corte d'Appello di Venezia stabilisce che «deve ritenersi che la destinazione al servizio mensa dei docenti di un importo tale da consentire l'erogazione anche della seconda portata sia una questione demandata al piano del riparto dei fondi destinati alla contrattazione collettiva, il merito del quale non è sindacabile in questa sede».

I comuni, da anni, sono costretti a sostenere la spesa del secondo piatto perché i fondi erogati da Roma coprono solo il resto. Ma se qualcuno vuole il secondo? Nel 2018 il giudice del lavoro aveva riconosciuto il diritto di docenti e personale in servizio nelle scuole alla fruizione di un pasto completo. Al centro del contenzioso c'erano la scuola dell'infanzia e quella primaria dell'Istituto comprensivo Roncalli. Il sindaco di Quarto d'Altino però, un comune in provincia di Venezia, aveva presentato ricorso contro quella decisione perché già provvedeva a erogare il pasto per gli alunni - anche se l'onere poi è sostenuto dai genitori - sobbarcandosi anche tutte le spese che ci stanno dietro come pulizie, servizio mensa, costi locali, costi di manutenzione, servizio scodellamento pasti. Per il pranzo dei docenti invece il comune riceve un contributo statale che però non copre il menu intero. E quindi 1,63 per la bistecca si riversava nelle tasche e sacche comunali. Adesso però basta. L'amministrazione comunale ora ha anche ottenuto il diritto al rimborso dell'importo versato finora. «Niente contro gli insegnanti - dice il sindaco Grosso al Giornale - anzi massimo rispetto e stima, ma il pagamento del loro pasto spetta al datore di lavoro, e quindi al ministero non ai cittadini del mio comune.

Quei 5mila euro l'anno potranno essere destinati ad attività sociali di cui i miei cittadini potranno beneficiare».

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