Coronavirus

Scuola, trasporti e lavoro: i nodi del green pass

Dai ristoranti ai luoghi di culto: resta il problema di chi controlla il pass

Scuola, trasporti e lavoro: i nodi del certificato. Sileri: "In aula da settembre? Ho molti dubbi"

Scuola, trasporti, lavoro. Sono i settori su cui il Green Pass non ha ancora allungato i suoi tentacoli. I nodi da sciogliere in vista della ripresa di settembre, che dovrà essere sicura e non zoppa.

Scuola. È chiaro che per cancellare la Dad da settembre è fondamentale avere la maggior percentuale del personale scolastico vaccinato, così come gli studenti sopra ai 12 anni. Un'esigenza richiamata giovedì dal premier Mario Draghi e dal ministro della Salute Roberto Speranza. Però è altrettanto chiaro che non si avrà il 100 per cento di immunizzati. E allora? Imporre il certificato verde per entrare in classe suscita dubbi e criticità. Lo ha ricordato ancora ieri il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «Il Green pass per docenti non credo che si farà, per ora andiamo avanti con la vaccinazione. È una grande sfida, bisogna capire quanti italiani saranno vaccinati per quel periodo. I contagi comunque non avvengono a scuola, ma sui mezzi pubblici». Del resto Sileri non crede nemmeno che sia certa la ripartenza in presenza: «Sarà un processo graduale». E anche il sottosegretario all'Istruzione Rossano Sasso non crede ci sia bisogno del passaporto vaccinale: «Gli ultimi dati ufficiali ci dicono che l'85 per cento degli insegnanti ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 78 ha completato il ciclo di immunizzazione. Un dato che di fatto rende ancora più evidente l'inopportunità dell'obbligo vaccinale per gli insegnanti». Eppure il commissario Francesco Paolo Figliuolo, ipotizzando una sorta di lista di proscrizione del personale scolastico non vaccinato al 20 agisto, fa immaginare che l'obbligo vaccinale a scuola (e di conseguenza l'utilizzo del Green pass) possa ancora spuntare.

Trasporti. Sembrava che il Green pass potesse essere previsto fin da subito per i trasporti a lunga percorrenza (aerei, navi, treni). Invece tutto è stato rinviato anche a causa delle pressioni della Lega, che ieri ha rivendicato il risultato. Il nodo più spinoso sembra quello dei trasporti pubblici locali: su autobus, tram, metropolitane sarebbe arduo predisporre il check-in del passaporto vaccinale. «Affronteremo il tema la prossima settimana - ha detto ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa -. Attualmente, soprattutto per le tratte di lunga percorrenza, credo che il Green pass possa essere anche un elemento per rivedere le capienze e quindi aumentare la capacità di trasporto nel nostro Paese».

Lavoro. Altro nodo. Per il momento non è previsto alcun obbligo, ma per Sileri «è una misura che potrebbe essere considerata, condivisa ed eventualmente applicata in caso di mutato scenario epidemiologico e in base all'andamento della campagna vaccini che al momento sta andando molto bene». E il giuslavorista Maurizio Del Conte conferma: «Una legge che imponga il Green Pass sul lavoro sarebbe in piena coerenza con i principi costituzionali non contro.

E sarebbe anche in coerenza con la lunga storia di battaglie per migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori».

Commenti