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Se anche a "Repubblica" tengono famiglia (chic)

Un grido di dolore si leva da Portofino. Una villeggiante d'eccezione si sente "prigioniera" nella sua casa con vista sulla famosa piazzetta, simbolo di lusso e bellezza

Se anche a "Repubblica" tengono famiglia (chic)

Un grido di dolore si leva da Portofino. Una villeggiante d'eccezione si sente «prigioniera» nella sua casa con vista sulla famosa piazzetta, simbolo di lusso e bellezza, dove attraccano, ma non in questi giorni, yacht di attori hollywoodiani e traghetti per turisti incantati. Antonella Camerana, intervistata da Repubblica, si è ritirata nella seconda casa una settimana fa per sfuggire alla tristezza di Milano, dove non c'è niente da fare, a causa delle misure anti Covid. Purtroppo è tutto chiuso anche nel paese ligure preferito dai milionari. Ci sono soltanto la natura, il promontorio spettacolare, il mare azzurro del Golfo del Tigullio, le colline verdi con passeggiate meravigliose in direzione di altri paradisi come San Fruttuoso (a ovest) o Paraggi (a est).

Il quotidiano precisa che la presidente dell'ente benefico Missione Sogni onlus «frequenta Portofino da una vita». Ci mancherebbe, la contessa Antonella Carnelli de Micheli Camerana, fa parte della dinastia della famiglia Agnelli, azionista di Exor-Fca, solo per caso l'azienda portafogli consociata di Gedi, solo per caso il gruppo editore di Repubblica, che non solo per caso, a questo punto, ha dedicato un articolo alla malinconica villeggiatura-prigionia della contessa nella perla della riviera di Levante, vanto dell'Italia intera.

Sono momenti duri per tutti, ammette la contessa, anche nel buen ritiro non è certo come le altre volte: «Mi piace molto di più la Portofino normale, amo la gente, i bar aperti, dove incontri gli amici». Mentre il sole si tuffa nel Mediterraneo, con stupendi colori infuocati, si fa largo l'angoscia: «Anche qui, vedere questo vuoto, è molto deprimente. Mi alzo, non vado nemmeno in piazzetta, sto con la mia famiglia, magari vedo un'amica».

Viene un sospetto. Il confinamento è una mazzata al morale nei casermoni delle periferie. Ma lì la vita è sempre difficile, la gente è abituata, non sa cosa si perde e quindi soffre meno delle privazioni imposte dal Coronavirus. Più dolorosa deve essere la vita in quarantena degli aristocratici, trascorsa in luoghi da favola dove un tempo era tutto un aperitivo e oggi invece le serrande sono insolitamente abbassate. Si è sentita ben accolta a Portofino, indaga Repubblica con una domanda a bruciapelo, senza guardare in faccia a nessuno, nemmeno alla cugina dell'editore di riferimento. Sconsolata la risposta: «Ma da chi? Qui non si vede nessuno. I negozi sono chiusi, come i bar e i ristoranti. Ora sto guardando la piazzetta dalla mia finestra, c'è il deserto, non l'ho mai vista così. È incredibile, non me l'aspettavo, speriamo che questa situazione di emergenza passi al più presto». Prigioniera nel deserto di Portofino.

E nessuno fa niente.

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