Se i grillini si riciclano

Se i grillini si riciclano

Avevano fatto il loro esordio sulla scena politica da guastatori. Fustigatori dei costumi corrotti ed epuratori delle barbe grigie della vecchia politica. Ora, alla tenera età di undici anni (il Movimento è nato nel 2009), hanno già conseguito un dottorato nell'antica arte del riciclo dei vecchi arnesi della politica. I due casi più evidenti della nouvelle vague sono Virginia Raggi e Chiara Appendino. La sindaca di Roma, in barba alla decenza e al buonsenso, come se non avesse torturato per quattro anni la Capitale, veleggia verso la ricandidatura. Nemmeno la timida opposizione - subito ritrattata - di Luigi Di Maio è riuscita a frenare la sindachessa nel suo desiderio di tenersi la poltrona. Sarebbe bastato lo sputtanamento mondiale di Spelacchio - l'ormai mitologico albero di Natale posto in fin di vita nel centro dell'urbe - per far desistere chiunque altro dal tentativo di reinsediarsi al Campidoglio. Ma la Raggi indomita, tra una voragine stradale e un bus in fiamme, ci riprova.

Stesso fine, ma altra strategia, invece per Chiara Appendino. Il sindaco di Torino ha annunciato di non volersi ricandidare. Dopo la condanna a sei mesi per falso in atto pubblico per il caso Ream ha deciso di attaccare al chiodo le sue ambizioni politiche? No, soltanto la fascia tricolore. Che, con ogni probabilità, i cittadini non le avrebbero riconfermato. «Sono assolutamente certa di aver sempre e solo salvaguardato gli interessi dell'ente che amministro - spiega la pentastellata -. Tuttavia, le tempistiche per arrivare a sentenza, vanno oltre la scadenza elettorale del 2021». Ma, mentre lei sciorina buone intenzioni, da Roma c'è già chi lavora per farla diventare un astro nazionale del Movimento. Questa è la meritocrazia a Cinque Stelle: hai fatto danni nella tua città per un intero mandato? Benissimo, sei pronta per replicare a livello nazionale. Le parole di Vito Crimi non lasciano adito a dubbi. Tanto sono giustizialisti con i nemici, quanto sono garantisti con i compagni di partito. «Per il MoVimento 5 Stelle e per tutto il Paese è e resta una preziosa, insostituibile, risorsa», ha annunciato il reggente grillino. Passi per i 5 stelle, ma per tutto il Paese ci pare un po' esagerato. Ricordiamo tutti la tragedia di Piazza San Carlo del 3 giugno 2017: 1500 feriti e due donne morte per le conseguenze della ressa scatenata da alcuni delinquenti. Le responsabilità sono molteplici, ma quello fu il primo di una lunga serie di colpi inflitti all'immagine dell'Appendino. Ma sotto il cielo a 5 Stelle tutto si dimentica velocemente. Il ricambio generazionale, il limite dei mandati, la politica come missione e non come professione erano solo lustrini da far brillare in campagna elettorale. La casta grillina protegge se stessa, accumula incarichi e conserva prebende.

Così le due sindache, bocciate dai fatti, si preparano a continuare - ognuna per la sua strada - la propria carriera politica. Ora è chiaro che i grillini - probabilmente in ossequio alla loro ossessione ecologista - non si buttano via neppure quando sbagliano: si riciclano.

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