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Se il linciaggio passa dai social al mondo reale

Se il linciaggio passa dai social al mondo reale

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Se il linciaggio passa dai social al mondo reale

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I social rompono le gerarchie della comunicazione, e le notizie da loro lanciate subiscono una deflagrazione di cui non è prevedibile dove, come e quanto raggiungano l'interlocutore. Per di più, oggi, la varietà dei social utilizzati coinvolge una massa eterogenea di persone per età, condizioni sociali, cultura.

Nessun articolo di giornale, nessuna notizia data in televisione possono avere la capacità di penetrazione emotiva e razionale che hanno i social, perché la loro modalità operativa non è la semplice informazione, ma l'utilizzazione della notizia per gli scopi più diversi, tra cui quelli della mobilitazione e della chiamata generale alla protesta. Che poi, se nella loro essenzialità le notizie riguardano il tema della sicurezza, argomento umanamente sensibile, la loro deflagrazione attraverso i social diventa devastante. Si arriva alla chiamata alle armi dei giustizieri della notte.

Una spedizione punitiva è stata organizzata da una trentina di persone che ha preso di mira la casa di Davide Bigalli, il pirata della strada accusato di aver ucciso il ragazzo quattordicenne, aspirante calciatore. I giustizieri sono andati sotto casa del Bigalli, dove sta scontando gli arresti domiciliari, lanciando sassi e minacciandolo di morte.

Omicidio di Primavalle: da una fiaccolata in memoria dell'uccisione di Michelle Caruso, si stacca un centinaio di persone che raggiunge la casa, dove abita il presunto killer, distruggendo tutto quello che capita a tiro.

Cologno Monzese: una fiaccolata per Sofia Castelli, ammazzata dall'ex fidanzato Zakaria, finisce in una sollevazione popolare che tra urla e atti vandalici chiede la pena di morte per l'omicida.

In 10 giorni, tre eventi tragici si trasformano in occasioni di infuocate o illegali proteste. Affetti familiari, solidarietà di amici, testimonianze di anonimi cittadini sono presenti alla commemorazione di un caro scomparso a causa di un evento criminale: di per sé queste celebrazioni sono comprensibili e non avrebbero nulla di strano, anzi sottolineano il bisogno di sicurezza dei cittadini e la latitanza di regole e provvedimenti per la loro tutela. Ma in questi tre casi, in 10 giorni, i veri protagonisti sono i social e la loro capacità imprevedibile di mobilitazione.

Proprio il web potrebbe essere considerato il vero pericolo per la nostra sicurezza: è invece una sveglia che deve aprire gli occhi a chi ha il dovere di tutelarci per non lasciare l'iniziativa ai giustizieri della notte.

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