
Una tomba in più, una polemica in più. O, per dirla in spagnolo, «una tumba màs». Che così fa pure rima con quella X Mas cara al generale ed eurodeputato leghista Roberto Vannacci. La polemica, manco a dirlo, è appunto quella sollevata dall'esponente del Carroccio, che ha ricordato come accanto alla tomba di papa Francesco, nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, vi sia anche l'ultima dimora di Junio Valerio Borghese, comandante della Decima Mas e golpista (mancato), scomparso nel 1974 e sepolto proprio a Santa Maria Maggiore. «E ora chi lo dice alla sinistra? Daranno del fascista anche a papa Francesco?», ha ironizzato Vannacci.
In realtà non è un mistero che Borghese, che nel dopoguerra fu anche presidente del Msi, riposi in quella basilica. Il cognome è l'indizio decisivo: Junio Valerio era infatti membro della famiglia Borghese, e dunque ha trovato posto nella Cappella Paolina voluta a inizio XVII secolo da papa Paolo V, al secolo Camillo Borghese, antenato di Junio Valerio e qui sepolto insieme, tra gli altri, a papa Clemente VIII Aldobrandini (che aveva creato Cardinale Paolo V) e a Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone e moglie del trisnonno del comandante della X Mas, pure lui di nome Camillo. Paolina, immortalata giovane per sempre come Venere vincitrice del giudizio di Paride nella celebre scultura neoclassica di Canova, morì appena 44enne per un cancro al fegato, e chiese di essere sepolta nella cappella della famiglia Borghese, chissà se anche perché onomasticamente adatta alla bisogna. E il marito Camillo, che pure nell'ultimo decennio si era separato dalla sorella di Napoleone perché stufo delle continue infedeltà di Paolina, acconsentì.
Ma forse l'ospite più celebre di questa cappella vicina di Bergoglio non è una persona defunta ma un antico dipinto. Ossia l'icona della madonna cui l'ultimo papa era tanto legato, e che è fondamentalmente il motivo per cui Francesco ha scelto come sua ultima dimora proprio Santa Maria Maggiore, dopo aver fatto visita a quell'icona dipinta su una tavola di cedro nell'XI secolo ben centoventisei volte in 12 anni e due mesi di pontificato: quasi una volta al mese. Va detto che fu per dare una degna sistemazione al dipinto noto come Salus populi romani, peraltro, che venne costruita quella sontuosa cappella barocca, che ospita al suo interno l'icona ormai dal 1613.
D'altra parte in 16 secoli di storia Santa Maria Maggiore ha ospitato le tombe di tanti. Non tutti santi, come dimostrano Paolina e il suo bis-bisnipote, anche se un canonizzato c'è: San Pio V Ghislieri. Il 225esimo pontefice, unico papa proclamato santo nei sei secoli trascorsi tra Celestino V e Pio X, è nella cappella gemella della Paolina, la Sistina, voluta da Sisto V, peraltro anche lui sepolto qui. Oltre a Paolo V, Clemente VIII, Sisto V e Pio V (e Francesco), gli altri papi che riposano nella basilica sono Onorio III e Niccolò IV, entrambi del XIII secolo, e Clemente IX Rospigliosi. Altri vicini di Bergoglio (e di Junio Valerio) sono Gian Lorenzo Bernini e suo papà, Pietro, che qui erano di casa visto che proprio Paolo V Borghese aveva chiamato il capofamiglia a Roma assoldandolo tra gli artisti impegnati nel cantiere della Cappella Paolina.
Padre e celebre figlio sono sepolti sotto il suolo dell'antica basilica, sul lato destro rispetto all'altare maggiore, e solo una semplice lapide (come per papa Francesco) identifica il luogo dell'ultimo riposo di uno dei più grandi protagonisti del Barocco.Se c'è una morale, è che per quanto siano precise le proprie ultime volontà, non c'è modo di scegliere i coinquilini del proprio eterno riposo. È da vivi, a dirla tutta, che bisognerebbe scegliere meglio le compagnie.
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