Politica internazionale

Se la tragedia sfocia nell'avanspettacolo

Poteva essere una cosa seria. È diventata una farsa. Amadeus ventriloquo di Zelensky, siamo ai massimi dei minimi, l'appello alla pace si trasforma in una recita a soggetto esterno

Se la tragedia sfocia nell'avanspettacolo

Poteva essere una cosa seria. È diventata una farsa. Amadeus ventriloquo di Zelensky, siamo ai massimi dei minimi, l'appello alla pace si trasforma in una recita a soggetto esterno, nessun video messaggio ma una lettera, scritta dal premier, il testo verrà prima tradotto dall'ambasciatore ucraino e poi letto, con dizione improbabile, dal direttore artistico del festival davanti a spalti gremiti, un teatro scintillante di pubblico pagante e ingioiellato e almeno quindici milioni di italiani davanti al televisore aspettando il nome del vincitore. Peggio di così non poteva finire ma è soltanto l'inizio, la tragedia della guerra trasformata in una gag da avanspettacolo, la sofferenza di un popolo mescolata alle esibizioni dei cantanti, brividi ma non quelli della canzone vincitrice lo scorso anno ma un senso di fastidio e di rigetto a ciò che da dramma viene utilizzato come acchiappo e propaganda. Il capo di Rai 1, Coletta Stefano, ha spiegato che gli sembrerebbe complicato poter censurare il presidente «sorrido all'idea di un dirigente Rai che possa censurare un presidente», in verità ci sarebbe pochissimo da sghignazzare nel caso in cui pungesse vaghezza a Vladimir Putin di mettere giù due righe e spedirle a viale Mazzini perché vengano pubblicamente lette, assieme a quelle del rivale Zelensky, che accadrebbe nei piani alti e nelle parti basse del e dei dirigenti Rai? Applicherebbero la par condicio e si rifugerebbero nel canneto, come per abitudine sanno fare? Tutto ciò conferma come si sia superato il limite, la guerra o invasione è argomento delicato già nei dibattiti politici, figuriamoci quando viene messo in tavola a sera tarda, per di più diffuso da un presentatore che dovrà essere capace di passare dagli inquietanti interrogativi sull'esatta identità dello show Soliti Ignoti, all'annuncio di una canzone per concludere l'impegno contrattuale con i tank Abrams americani arrivati a Kiev. D'accordo, non sono soltanto canzonette ma qui stanno canzonando gli abbonati e i cittadini italiani tutti, riuscendo in quella che sembrava poter essere una mission impossible, rendere ancora più antipatico il premier ucraino e ridurne il messaggio a uno spot tra altri cento magari accompagnato da un restate con noi, non cambiate canale. Ma il peggio è fatto, non si può tornare indietro, il messaggio è stato inviato sulla linea dell'utente desiderato. Verrà l'ora della lettura e improvvisamente le luci del teatro Ariston si abbasseranno, calerà il silenzio, non si percepirà nemmeno il fiato di un cantante, quindi, dopo l'ultima parola, gli spettatori si alzeranno in piedi e scoppierà l'applauso. Coletta e la sua orchestra sperano tuttavia che il premier ucraino possa ripensarci.

Volodymyr Zelensky, da attore era anche comico, non poteva però immaginare di finire in una pagliacciata.

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