Coronavirus

Seconda ondata con 50mila morti. Il 20% nella regione del "paziente 1"

Età media delle vittime: 81 anni. Record in Lombardia. Più patologie per 2 malati su 3. I tecnici: dati sottostimati perché non aggiornati

Seconda ondata con 50mila morti. Il 20% nella regione del "paziente 1"

Con la seconda ondata di Covid, da ottobre a oggi sono stati 49.274 i morti di Covid-19 in Italia, sul totale di 85.389 registrati a partire dal gennaio scorso.

Lo indica il rapporto pubblicato sul sito EpiCentro dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) e basato sui dati, aggiornati al 27 gennaio, riportati dalla Sorveglianza Integrata Covid-19 coordinata dallo stesso istituto.

«I circa 50mila decessi - si legge nel rapporto - sono avvenuti nella seconda ondata iniziata nell'ottobre 2020 e ancora in corso»; in dettaglio «nella prima ondata (marzo-maggio 2020) i decessi per Covid-19 sono stati 34.278 e 1.837 nella fase di bassa incidenza (giugno-settembre 2020)».

Il rapporto indica inoltre che l'età media dei pazienti deceduti e positivi è 81 anni, la maggior parte dei quali (1 su 5) in Lombardia, con 26.674 vittime; di questi, però, la maggior parte (16.362) risale alla prima ondata.

Le donne decedute sono 37.295 (43,7%) e hanno un'età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 86 anni - uomini 80 anni). L'età media dei decessi settimanali è andata sostanzialmente aumentando fino agli 85 anni (1° settimana di luglio) per poi calare leggermente.

Sono 941 (pari all'1,1%), dei 85.418 totali, i morti per Covid in Italia di età inferiore ai 50 anni: in particolare, 234 di questi avevano meno di 40 anni (138 uomini e 96 donne con età compresa tra 0 e 39 anni).

Dal rapporto dell'Iss emerge anche che 2 pazienti su 3 uccisi dal Covid in Italia avevano mediamente tre o più patologie. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,6. Complessivamente, 196 pazienti (3,1% del campione) presentavano 0 patologie, 772 (12,1%) presentavano una patologia, 1185 (18,6%) presentavano 2 patologie e 4.228 (66,3%) presentavano 3 o più patologie.

Le prevalenze di cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, ipertensione arteriosa, demenza, insufficienza renale cronica e insufficienza respiratoria aumentano con le età; diminuiscono, invece, con l'avanzare dell'età, le prevalenze di epatopatia cronica, delle patologie per cui è necessaria la dialisi, di infezione da hiv e di obesità; per diabete, bpco e tumore si riscontra una diminuzione solo nell'ultima fascia di età in controtendenza alla generale crescita con l'età.

Per quanto riguarda il numero di patologie, la prevalenza di coloro che hanno 3 o più patologie aumenta con le età, mentre diminuiscono con le età le prevalenze di coloro che hanno meno di 3 patologie.

Sono 108.104 i casi Covid tra gli operatori sanitari in Italia dall'inizio della pandemia: durante le due settimane che vanno dall'11 al 24 gennaio sono stati diagnosticati e segnalati 5.609 casi positivi al Covid tra gli operatori sanitari.

Un numero che però è «verosimilmente sottostimato in quanto questa informazione può richiedere tempi più lunghi per un suo consolidamento».

Durante le due settimane analizzate, nel complesso, «sono stati diagnosticati e segnalati 172.573 nuovi casi, di cui 1.188 deceduti (numero che non include le persone decedute nel periodo con una diagnosi antecedente al 11 gennaio)».

Nel report però si sottolinea che «a causa della forte pressione sui dipartimenti di prevenzione si sono registrati dei ritardi nella notifica e nell'aggiornamento tempestivo delle informazioni dei casi individuali, rendendo quindi il quadro più recente in parte sottostimato sia per le nuove diagnosi che per i decessi».

Insomma, nulla che giustifichi un ottimismo per il futuro. Soprattutto se i comportamenti non saranno adeguati rispetto al rischio, tutt'altro che remoto, di una terza ondata.

E l'iss è già pronta per un nuovo report.

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