Coronavirus

La seconda ondata è più dura della prima. Risalgono i ricoveri e le vittime sono 80mila

Lieve calo delle terapie intensive e l'indice di positività scende fino al 10%

La seconda ondata è più dura della prima. Risalgono i ricoveri e le vittime sono 80mila

Ricoveri e ingressi in terapia intensiva. Sono questi i dati quotidiani che preoccupano gli esperti. Anche il bollettino di ieri segna un aumento delle ospedalizzazioni ordinarie: 109 in più mentre due giorni fa erano 176 per un totale di 23.712. E non è sufficientemente rassicurante il calo complessivo di sei unità nelle terapie intensive perché i nuovi ingressi del giorno sono comunque 196. I letti occupati comunque scendono a 2.636 da 2.642 di due giorni. Ma non abbiamo un dato analitico che ci dica se sono persone che sono passate al regime ordinario o decessi. Sono comunque 14.242 i nuovi casi di coronavirus a fronte però di un numero di tamponi ancora insufficiente anche soltanto per sperare di riportare la diffusione sotto controllo, 141.641 in tutto. Le vittime sono 616, quasi 80mila in totale. Il tasso di positività è del 10,05, in calo rispetto al 13,6 per cento di due giorni fa.

In totale dall'inizio dell'emergenza sono state contagiate 2.303.263 persone e ne sono morte 79.819. Gli attualmente positivi sono in diminuzione 570.040, meno 5.939 rispetto a ieri.

E ieri è stato reso noto uno studio che mette nero su bianco quella che oramai è diventata una certezza: la seconda ondata ha colpito più duramente della prima anche se per fortuna i medici e le strutture sanitarie erano più preparati ad affrontarla. Se si prende in considerazione uno stesso numero di giorni, 109, la seconda ondata di contagi da Covid-19 ha interessato un numero di italiani 8 volte superiore rispetto alla prima. Questo il risultato dell'Instant Report Covid-19, una iniziativa dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell'Università Cattolica che elabora un confronto sistematico della diffusione di Sars-Cov2.

Nella prima ondata, dal 24 febbraio all'11 giugno, si sono infettate 236.134 persone. Nella seconda ondata, dal 14 settembre al 31 dicembre, il numero di contagiati è stato pari a 1.822.841. Americo Cicchetti, direttore di Altems e coordinatore del gruppo di studio osserva come la pandemia sia, sì, una, ma le due fasi appaiano come due eventi diversi.

«Se la prima ondata ha visto raggiungere il suo picco in poche settimane, la seconda è invece caratterizzata da un'onda lunga, che ha raggiunto più lentamente il plateau», spiega Cicchetti. Difformità nei dati probabilmente conseguenti anche ai cambiamenti nella modalità di gestione dei pazienti.

«Anche se la percentuale di coloro che hanno dovuto sperimentare una terapia intensiva è simile tra prima e seconda ondata: il 10,6 per cento e il 9,3 rispettivamente», precisa Altems

Il picco giornaliero di contagi nella prima ondata è stato di 6.557 persone e si è raggiunto il 21 marzo, a 27 giorni dall'inizio; nella seconda ondata il picco giornaliero è stato di 40.902 casi e si è raggiunto il 13 novembre dopo 61 giorni.

Per quanto riguarda il tasso di positività, ovvero il rapporto tra nuovi casi e tamponi effettuati, nella prima ondata ha toccato il massimo dopo due settimane quando è stato pari al 46 per cento mentre nella seconda ondata il massimo valore si è raggiunto dopo 61 giorni ed è stato pari al 17,9.

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