Coronavirus

Secondi al mondo per contagi: "Fuga inutile, nessuno immune"

L'allarme del presidente dell'Istituto superiore di sanità Gli infettati salgono a 7.375 e i morti a 366 (133 solo ieri)

Secondi al mondo per contagi: "Fuga inutile, nessuno immune"

«Non c'è una parte d'Italia immune all'epidemia da Covid-19». Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro ammonisce gli italiani: non ha senso fuggire dalle zone dove in questo momento vengono introdotte strette misure di contenimento perché il numero dei contagi è più alto. Così facendo non fanno che incrementare la probabilità di diffusione del coronavirus. E oltretutto anche nelle zone che non sono state dichiarate come «rosse», le regole di distanziamento sociale valgono lo stesso visto che oramai l'Italia è seconda soltanto alal Cina per numero di contagiati: 7.375. «È necessario ridurre la trasmissione. Le indicazioni che vengono proposte mirano a creare in tutte le situazioni possibili quella distanza interpersonale che consenta la riduzione della probabilità della trasmissione del virus», spiega Brusaferro puntualizzando che se è vero che nelle aree «dove il virus sta circolando a livello locale più intensamente occorre un'attenzione particolare» perché è maggiore la possibilità di imbattersi in un positivo», va mantenuta alta l'attenzione in tutta Italia perché c'è possibilità di trasmissione del virus ovunque. E chi è in quarantena «deve restare a casa, ha l'obbligo di isolarsi».

E queste misure stanno funzionando come dimostra quanto accade nelle vecchie zone rosse dove, assicura Brusaferro, si registra una crescita ridotta dei casi e quindi «vuol dire che il sistema ha funzionato nel contenimento». Purtroppo «in altre zone della Lombardia e in altre province abbiamo censito che c'è stata una nuova crescita».

E poi Brusaferro insieme con il commissario per l'emergenza, Angelo Borrelli ha dato i numeri che sono sempre in crescita esponenziale. Il totale dei contagiati è 7.375, cifra che comprende i 6.387 positivi, quindi 1.492 in più rispetto al giorno prima. Di questi 2.180 sono in isolamento domiciliare, 3.557 ricoverati con sintomi e 650 in terapia intensiva. Salgono però anche le persone dimesse e guarite. Ieri 33, per un totale di 622, ma salgono anche i morti: 133 per un numero complessivo di 366.

È sempre la Lombardia la più colpita con 113 decessi; 8 in Emilia Romagna; 1 nelle Marche; 5 nel Veneto; 2 in Liguria, 2 nel Lazio; 1 in Puglia; 1 in Friuli. La maggioranza delle vittime si conferma anziana e con altre patologie. Tra 0-49 anni si registra un decesso; tra 50-59 anni uno; tra 60-69 anni 14; nella fascia di età 60-69 sono 39; tra 80-89, 60. E infine tra i maggiori di 90 anni, 18.

E al momento non è possibile prevedere quanto durerà l'epidemia e soprattutto quando verrà raggiunto il picco. Se si guarda alla Cina che al momento è l'unico modello di riferimento è evidente che l'epidemia è in fase calante con soli 52 casi. Ma l'Iss non ritiene sia possibile stabilire quando i contagi arriveranno al picco.

Crescono però anche le forze messe in campo dalla Protezione civile. «Siamo a circa 4mila e il numero delle tende messe a disposizione per le strutture di pre-triage sono 412 - elenca Borrelli - Siamo impegnati per l'acquisto di mascherine chirurgiche, abbiamo una serie di contratti che ci permetteranno a partire dal 12 marzo di potenziare la distribuzione di mascherine per un totale di 22 milioni fino al 30 aprile». Per venire incontro alle richieste della Lombardia soprattutto per le terapie intensive è stato attivato il sistema Cross, la Centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario. Sono stati trasferiti 13 pazienti in altre regioni: Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria.

Un plauso all'operato dell'Italia per contrastare la diffusione dell'epidemia arriva anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il responsabile Oms per l'Europa Hans Kluge ha incontrato il ministro della Salute, Roberto Speranza che ha illustrato le misure restrittive adottate dal governo. In un tweet Kluge ha dichiarato il pieno sostegno ai provvedimenti presi dall'Italia.

«L'Italia ha preso una decisione coraggiosa per contenere il rischio di Covid 19 per la sua popolazione».

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