Cronache

"Sei donna, non ti siedi". Partita del cuore fuorigioco

Si dimette il dirigente della nazionale cantanti per le accuse di discriminazione di Aurora Leone

"Sei donna, non ti siedi". Partita del cuore fuorigioco

Ci si mette poco a dare l'impressione di essere riprecipitati nel Medioevo e scatenare una tempesta mediatica che va a colpire un'iniziativa su cui in condizioni normali non si dovrebbe che parlar bene. È capitato alla Nazionale cantanti che ieri ha disputato la partita del cuore contro i Campioni della ricerca. Cosa può andare storto in un evento così, pensato a sostegno dell'Istituto di Candiolo - Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro onlus e che quest'anno, per la prima volta, è stato trasmesso da Mediaset?

La bomba è esplosa lunedì sera alla cena che ha preceduto il match. Due membri della squadra dei Campioni per la ricerca, Aurora Leone e Ciro Priello, membri del gruppo comico The Jackal, sono andati a sedersi al tavolo della nazionale cantati. Come ha spiegato la Leone aiutata da Priello sui social: «Io e Ciro ci siamo seduti... e una volta seduti, l'organizzatore Pecchini è venuto e ci ha detto che non potevamo stare seduti lì. O meglio, ha detto che io non potevo stare seduta lì. Abbiamo pensato che ce lo stesse dicendo perché siamo della squadra avversaria». Ma «quando facciamo per alzarci - continua Ciro - l'organizzatore Pecchini dice no, no, tu puoi restare. È solo lei che non può rimanere al tavolo dei giocatori». A quel punto Aurora ha chiesto spiegazioni, «e lui - mi dice sei una donna, non puoi stare seduta qui, queste sono le nostre regole. Ho detto guardate che io non sono l'accompagnatrice di Ciro, io ho la convocazione così come Ciro, mi hanno chiesto le misure per i completini... Mi ha risposto il completino te lo metti in tribuna, da quando in qua le donne giocano...». I toni si sono accesi e, a quanto pare, Leone e Priello sono stati addirittura cacciati dall'albergo e hanno deciso di non partecipare più all'evento pur invitando i loro fan a continuare a donare per la ricerca.

A quel punto è esploso il caos all'interno della Nazionale cantanti. C'è chi si è subito recato a dare la propria solidarietà ad Aurora, tra cui Eros Ramazzotti e Andro dei Negramaro, ma è anche uscito un primo comunicato ufficiale, poi ritirato, tutt'altro che simpatetico. Ci hanno pensato però rapidamente Ramazzotti ed Enrico Ruggeri a intervenire per prendere le distanze da ogni forma di sessismo. Ramazzotti su Facebook ha precisato: «Noi della Nazionale italiana cantanti non siamo stati coinvolti direttamente nella vicenda scaturita dal comportamento di due persone dello staff. Io ho provato a recuperare la situazione che era oramai precipitata. Noi non siamo sessisti e tantomeno razzisti o omofobi... sinceramente per un comportamento incauto di due persone dello staff, non possiamo passare per quello che non siamo». E poi ancora: «La Nazionale Cantanti nasce su altri presupposti e con l'ambizione di essere un modello positivo ma a queste condizioni, con questa dirigenza, non me la sento di scendere in campo». Ruggeri invece, come presidente e capitano, si è anche lui dissociato dal gesto e annunciato una inchiesta interna. Pregando però tutti di continuare a donare per la ricerca.

A stretto giro di posta sono poi arrivate le dimissioni del direttore generale della Nazionale, Gian Luca Pecchini: «Mi assumo la responsabilità di quello che è accaduto dimettendomi dal mio incarico... Ci tengo però a sottolineare, a scanso di equivoci, che nessun artista si è reso conto dell'episodio in questione». Dimissioni a cui Ciro e Aurora hanno risposto così: «Noi speriamo che quanto successo non venga ridotto a un malinteso. C'è un discorso più ampio che va oltre la vicenda personale, il sessismo e il maschilismo come problemi reali che riguardano milioni di donne». E intanto sull'accaduto sono piovuti decine di prese di posizione in difesa di Aurora Leone che spaziano da Giorgia Meloni a Cristiana Girelli, giocatrice della Juventus.

Unica voce fuori dal coro il cantautore Sandro Giacobbe: «È una bufala tremenda. Per una stupidaggine non si può far scoppiare un caso del genere».

Ma la maggior parte dei cantanti, da Ermal Meta a Paola Turci, è schierato sulla linea Ramazzotti.

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