In sei sull'auto a cento all'ora. Il dosso, lo schianto e la strage

La 500 ripresa da un autovelox prima dell'incidente. Solo in due con le cinture, tre sbalzati fuori. C'è un superstite

In sei sull'auto a cento all'ora. Il dosso, lo schianto e la strage

Roma. In sei su un'auto, perdono il controllo e si schiantano contro un platano. Cinque ragazzi tra i 17 e i 22 anni morti, sbalzati fuori da una Fiat 500, mentre un sesto lotta fra la vita e la morte.

Hanno fatto tutto da soli Valerio Di Paolo, Alessio Guerrieri, Simone Ramazzotti, Leonardo Chiapparelli, tutti 22enni, Giulia Sclavo, 18 anni, e Flavia Troisi, 17 anni appena compiuti, finiti prima contro un palo della luce contro un albero dopo aver carambolato più volte sulla strada principale di Fonte Nuova, frazione di Tor Lupara, lungo la via Nomentana alle porte di Roma. Quattro muoiono sul colpo, Leonardo, l'unico sopravvissuto, è in coma all'ospedale Sant'Andrea mentre Giulia, trasportata al policlinico Umberto I, muore pochi minuti dopo.

Doveva esser una serata speciale, il gruppo di amici si era riunito per festeggiare il 17esimo compleanno di Flavia, la più piccola. La velocità, l'auto stracarica di gente oltre il limite consentito, quei dossi maledetti che dovrebbero servire a rallentare e l'alcol hanno fatto il resto. Sono passate le 2,30 di ieri quando arrivano le prime segnalazioni della tragedia al 112. «È stato un impatto terribile» raccontano gli abitanti svegliati dallo schianto dell'utilitaria e accorsi in strada. I sei sono appena usciti da un locale del paese dove hanno cenato e bevuto, vogliono continuare la serata nella capitale. «Tanto dobbiamo portare a casa Leonardo» avranno pensato, l'unico di Colleverde, Guidonia di Montecelio. La macchina, però, è una sola, quella che la mamma di Valerio di solito presta al figlio per uscire la sera.

Di Paolo, si presume, alla guida, quattro sui sedili di dietro, due ragazze e due maschi. Il sesto accanto al guidatore. Niente cinture, probabilmente solo i due sui sedili anteriori. L'auto accelera, supera l'autovelox fisso a più di 100 all'ora, oltrepassa la parrocchia e il curvone. All'altezza dell'Ufficio postale, davanti al civico 609 della consolare, il dramma. La 500 perde aderenza, Valerio non ha più il controllo sul volante, cerca disperatamente di rimettersi in carreggiata ma l'auto, dopo qualche sgommata sull'asfalto viscido per l'umidità, si rovescia.

Abbatte il palo dell'Enel e comincia una serie drammatica di capovolte su sé stessa. Tre dei sei ragazzi vengono catapultati sull'asfalto, altri tre rimangono intrappolati fra le lamiere. Quando arrivano i carabinieri si ipotizza che la sesta vittima possa essere un pedone che attraversava la strada. Ma le telecamere di vigilanza chiariscono ogni dubbio. «Nessun'altra auto o persona oltre ai sei coinvolta nel sinistro» scrivono sull'informativa inviata in Procura. Pensare che a meno di un chilometro e mezzo, nel centro abitato, in seguito ad altri terribili incidenti viene installato un autovelox. Ma i sei non se ne sono nemmeno accorti. «Registra ben 250 infrazioni al giorno» commenta il tenente colonnello dei carabinieri Gianfranco Albanese, comandante di Monterotondo.

Tocca ai Vigili del fuoco della squadra VI A aprire l'auto con il divaricatore ed estrarre i corpi. Giulia è grave ma ancora viva e viene caricata su un'ambulanza diretta a Roma. Ci arriverà, praticamente morta mentre Leonardo finisce in Terapia intensiva. «Condizioni gravissime per trauma cranico e lesione di organi vitali» commentano i sanitari. Fino al mattino i rilievi dei carabinieri di Mentana, Monterotondo e Nerola per chiarire la dinamica dell'ennesimo dramma su quel tratto di strada.

La Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio stradale plurimo e disposto l'autopsia delle cinque vittime nonché l'esame tossicologico. L'incarico verrà affidato questa mattina all'Istituto di Medicina Legale de La Sapienza. Quasi una formalità, ma necessaria per stabilire le responsabilità civili.

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