Politica

Sempre a caccia di voti: ecco dove vanno i partiti

Dalla corsa al "centro" a quella verso l’innovazione, passando per le istanze sociali e il ritorno alla tradizione. Così si muove lo scacchiere della politica

Sempre a caccia di voti: ecco dove vanno i partiti

Bipolarismo o tripolarismo, destra, sinistra o centro. I dogmi della politica, i dubbi e gli interrogativi degli elettori, ormai sempre più fluidi. Sullo scacchiere del panorama politico nostrano i partiti si spostano in modo talvolta schizofrenico, avendo ormai mandato in soffitta a prendere la polvere quella necessità di doversi schierare per forza di cose a destra o a sinistra. E, magari, anche al centro.

Ecco allora che c'è chi, come l'associazione L'Italia in Movimento - con il supporto di Gpf Inspiring Research -, si è chiesta anche come si sia modificato il coinvolgimento della popolazione nella vita politica: è diventata più approfondita o si è fatta invece più superficiale? E come, di rimbalzo, la politica risponda a queste istanze.

Le formazioni in campo sono cambiate e con loro sono cambiati radicalmente gli elettori, stufi – da anni – di quelle etichette da Prima Repubblica e appartenenti a un'altra epoca. Il web e ovviamente i social network hanno contribuito a questo processo, dal momento che quotidianamente milioni di italiani discutono (spesso animatamente) di politica sui social media, Facebook e Twitter su tutti. Ogni giorno, infatti, commentano i fatti e i personaggi della politica, fatta sempre più di tweet e dirette Facebook. Che sono poi il nuovo modo dei politici per fidelizzare il proprio pubblico-elettorato, e guadagnare voti. E allora, per riuscirsi, si spostano anche dal proprio habitat naturale e migrano verso altri lidi per strappare voti altrui, col rischio però di perdere una parte del proprio elettorato tradizionale. Ma con la possibilità, soprattutto, di fare bottino pieno.

Un esempio? Presto detto: la Lega di Matteo Salvini è passata dal verde della Padania al blu eha tolto il "Nord" per andare incontro a quella vocazione nazionale, maggioritaria e sovranista e così facendo è arrivata al 34% dei voti degli italiani, riuscendo a imporsi come partito in tutto lo Stivale e non solo in Settentrione. E ora il Carroccio, dato saldamente sopra il 30% delle preferenze da ogni sondaggio, è entrato in quelle che si può definire "fase due": spostare il proprio baricentro un po' più al centro per andare a prendersi anche quei voti dei moderati, che in passato non avrebbero messo la "x" in cabina elettorale sul simbolo con Alberto da Giussano.

Netto e deciso il posizionamento politico di Fratelli d'Italia. Giorgia Meloni è riuscita a ben indirizzare la rotta del suo partito, che ora viaggia con le vele spiegate e il vento in poppa verso una doppia cifra insperata fino a qualche tempo fa. Questo è stato reso possibilità dalla capacità di FdI di intercettare il malcontento popolare, e i cosiddetti "populismi". Fratelli d'Italia si posizione più a destra della Lega e rimanendo salda nella sua area i risultati elettorali sono arrivati e arriveranno alle future Politiche.

Con la parabola renziana, il Partito Democratico ha toccato il 40% e poi è crollato al 18%. Con l’addio di Matteo Renzi e la segreteria di Nicola Zingaretti, il Pd sta cercando di ricollocarsi a sinistra, dopo anni in cui il fu segretario ha portato la compagine dem più al centro. Il Partito Democratico di oggi, al governo, spinge a più non posso sul "sociale", tornando a battersi per battaglie di sinistra come lo ius soli, che però non piacciono alla stragrande maggioranza degli italiani. Col risultato, ovvio, di non convincere più l'elettorato.

Forza Italia rimane un punto di riferimento per l'elettorato liberale e moderato, ma il suo bacino di voti si è ristretto e si è eroso a vantaggio delle altre due forze di centrodestra. Italia Viva, la nuova operazione (per non dire scommessa) politica di Matteo Renzi si muove proprio nel solco dell'elettorato moderato italiano: l'obiettivo del suo fondatore è quello di essere per certi versi la Forza Italia del 1994, ma la lunga carriera politica di Renzi – oltre che il suo passato nel Pd – non permettono a Iv di arrivare al pubblico -elettorato come una proposta del tutto nuova e che per questa ragione non convince quel territorio dei "non rappresentati" e dei delusi, che fa la differenza. Ecco, è proprio a loro, che si rivolge Azione di Carlo Calenda. L'ex Pd ha detto di puntare all’8-10% combattendo – parole sue – "il sovranismo di Salvini e il populismo di Grillo", e presentandosi come una forza liberal-progressista che strizza l'occhio, appunto, a quell'elettorato moderato sia centrodestra che di centrosinistra

La lettura socioculturale del posizionamento politico

Ecco, a tal proposito, è più che interessante il dato fornito dalla lettura socioculturale del panorama politico nostrano, realizzata da L'Italia in Movimento e Gpf Inspiring Research, con un asse cartesiano in cui “privato”, “tradizione”, “innovazione” e “sociale” sono i quattro punti cardinali che polarizzano – osservate come – i partiti politici italiani.

partiti italiani

Quello che forse più colpisce del grafico è quel vasto "territorio dei non rappresentati" orfano di rappresentanza politica. Piero Tatafiore, giornalista L'Italia in Movimento, ci spiega: "Con lo spostamento dell’elettorato verso una cultura più tradizionale e di destra in generale, l’area moderata e liberale è sottorappresentata: fa gola a molti e più di qualcuno vorrebbe andare a prendersela, occupandola…". Dunque, Tatafiore aggiunge: "La Lega, puntando a consolidare il primato, ora guarda al centro moderato per incrementare il volume elettorale, mentre il Movimento 5 Stelle in crisi cerca di spostarsi su posizioni tradizionali per recuperare consensi. Il Pd, invece, sta tentando di recuperare l’anima identitaria di sinistra".
Carlo Berruti, di Gpf Inspiring Research, ci chiarisce invece la collocazione delle neonate Italia Viva e Azione: "Quello di Matteo Renzi è un partito che si identifica nella figura del suo , che cerca di ritagliarsi un nuovo spazio, e che sente il richiamo dell’innovazione. Idem per Azione di Carlo Calenda, che vuole svincolarsi dai vecchi concetti e attrarre quell'elettorato che non si sente più rappresentato e che per questo motivo non va più a votare: sono un 20% e fanno tutta la differenza".

Ora come ora, però, il più caparbio a convincere gli "indecisi" è stato Matteo Salvini.

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