Coronavirus

La Serie A rinviata a metà E il calcio perde la faccia

Scelta choc: Juve-Inter e altre 4 gare il 13 maggio. Pressioni bianconere contro le porte chiuse. Accuse: «Torneo falsato»

La Serie A rinviata a metà E il calcio perde la faccia

Ci dispiace molto ma non è una cosa seria. Non è una cosa seria annullare le 5 partite organizzate solo qualche giorno prima a porte chiuse, a poche ore dal loro svolgimento. Con la Fiorentina, per esempio, già trasferita a Udine da venerdì sera e pronta a scendere in campo alle ore 18 per segnalare il caso più clamoroso. Il calcio italiano, per responsabilità diretta dei loro massimi rappresentanti, cioè Paolo Dal Pino, presidente della Lega di serie A appena eletto, e del presidente della federcalcio Gabriele Gravina, è stato capace di adottare questa discussa decisione.

La regolarità del campionato era già stata sabotata dalla scelta di dividerlo in porte aperte e porte chiuse, adesso con il rinvio e le sue motivazioni, sospetti, veleni e polemiche si sono moltiplicati. Alle ore 12 di ieri mattina, avendo preso atto che, nella sera precedente non era arrivato alcun provvedimento dal Consiglio dei ministri, gli uffici della Lega di Milano hanno diramato il provvedimento del quale avevano avvertito nella serata di venerdì le società interessate. E cioè: rinviate tutte e cinque le partite che bisognava disputare a porte chiuse. «Lo abbiamo fatto per far giocare con gli stadi pieni ed evitare un ulteriore danno economico» la spiegazione fornita dalle fonti della Lega. Secondo l'attendibile ricostruzione il viaggio di Dal Pino a Roma per partecipare al vertice federale aveva questo scopo: convincere a richiedere il rinvio, soluzione gradita alla Juve di Andrea Agnelli che aveva già in cassa 5 milioni e passa di incasso della super-sfida. Con le porte chiuse avrebbe dovuto restituire fino all'ultimo euro. Alle iniziali pressioni juventine, si sono aggiunte poi quelle del Milan e a completare lo scenario ha influito di sicuro la diffida del governatore del Friuli Massimiliano Fedriga, contrario allo svolgimento di Udinese-Fiorentina. Per la coppa Italia di mercoledì prossimo Juve-Milan, semifinale di ritorno, è già pronto il provvedimento ad hoc: partita a porte aperte ma riservata solo ai residenti in Piemonte.

Non sono mancate le reazioni e le accuse. Beppe Marotta, ad dell'Inter, in modo composto ma deciso ha aperto il fuoco: «Prendo atto del provvedimento, sono molto preoccupato per la regolarità del campionato, chiedo un consiglio straordinario». Poche parole, scolpite, che hanno dato il senso della giornata. Fabio Liverani, allenatore del Lecce, ha sguainato la spada: «Decisione senza senso per favorire 4-5 squadre che riporta tutti al lato oscuro del calcio italiano che era stato ripulito». Il ministro Spadafora invece, secondo copione, si è lavato le mani in senso metaforico: «Decisione autonoma degli enti sportivi, così si è garantito il pubblico». Di sicuro è stato messo nell'angolo il calcio italiano. Perché il rinvio al 13 maggio delle cinque sfide produrrà un effetto domino incredibile. Primo: la finale di coppa Italia, già fissata in quella data, dovrà essere spostata al mercoledì successivo, il 20 maggio, a pochi giorni dalla fine del campionato. Non solo. La sede naturale, l'Olimpico di Roma, non sarà più disponibile e quindi bisognerà trovare una nuova, già individuata sotto sotto, e cioè San Siro, Milano. Seconda complicazione: nel mese di maggio, con l'Inter in corsa per gli altri impegni extra, coppa Italia e Europa league, si realizzerebbe un ingorgo incredibile, nove partite teoriche racchiuse in appena 24 giorni, meno di tre giorni a disposizione tra un impegno e l'altro.

Ecco il quadro potenziale: 3 maggio Inter-Fiorentina; 7 maggio eventuale ritorno di semifinale di Europa league; 10 maggio Genoa-Inter; 13 maggio Juventus-Inter (recupero);, 17 maggio Inter-Napoli; 20 maggio eventuale finale di coppa Italia; 24 maggio Atalanta-Inter; 27 maggio eventuale finale di Europa league. Nel frattempo non c'è un buco a disposizione per recuperare Inter-Samp cancellata domenica scorsa. Complimenti.

Non solo. In forza del nuovo decreto ministeriale, gli eventi sportivi del prossimo fine-settimana programmati in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, possono essere organizzati solo a porte chiuse. Questo significa che Atalanta-Lazio di sabato 7 marzo, Inter-Sassuolo e Bologna-Juve di domenica 8 marzo saranno nelle stesse condizioni delle 5 partite rinviate ieri.

È la conferma del pasticciaccio brutto che ha sconvolto e minato la credibilità del calcio italiano.

Commenti