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La Serracchiani fa la buonista a casa degli altri: "Maroni si prenda i profughi"

"Il governo ha totale autonomia nella gestione dell'emergenza immigrazione". Ma quando le dicono di accoglierli lei, si tira immediatamente indietro

La Serracchiani fa la buonista a casa degli altri: "Maroni si prenda i profughi"

"Maroni vuole ridurre i fondi ai Comuni se prendono anche un solo migrante? Diffida i prefetti? Intanto, potrei cavarmela con una battuta. Se prefetti e sindaci non obbediscono, che fa, li sculaccia?". Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e vicesegretario del Pd, vuole dare lezioni al collega della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Lezioni di buonismo e accoglienza. Perché, si sa, se i clandestini se li prende il vicino di casa, è sempre meglio che portarseli nella propria. Così eccola schierarsi a fianco del ministro Angelino Alfano nella campagna di redistribuzione degli immigrati che, se messa in atto, penalizzerebbe pensantemente il Nord Italia.

Meglio in Lombardia che in Friuli-Venezia Giulia, insomma. Questo la logica, sino a un certo punto comprensibile, portata avanti dalla Serracchiani. Che la governatrice non voglia gli immigrati che sulle carte del Viminale spetterebbero alla Lombardia è anche comprensibile. Ma, anziché schierarsi contro un governo che continua ad aprire le porte ai disperati pur non sapendo più dove meterli, si mette a fare la buonista a casa degli altri. E, in una intervista al Corriere della Sera, attacca frontalmente Maroni che ieri si è rifiutato di accogliere altri profughi da Roma. "Non può assolutamente farlo - tuona - le Regioni non hanno competenza diretta su questo tema, ce l'hanno il Viminale e i prefetti, il governo ha totale autonomia nella gestione dell'emergenza immigrazione, e lui che è stato ministro dell'Interno lo sa bene". Ma, alla domanda se sarebbe disposta ad accogliere e nel suo Friuli-Venezia Giulia i profughi che Zaia e Maroni non vogliono, lei replica prontamente: "No, che non li prendiamo, devono prenderseli loro". Come dicono gli inglesi: not in my back yard, non nel mio cortile.

"Noi, come Friuli-Venezia Giulia - spiega la Serracchiani - abbiamo circa 2.600 profughi, a cui vanno aggiunti 200 minori non accompagnati, abbiamo accolto oltre la nostra quota-limite stabilita dal governo, che è di 1.950". E rilancia: "Siamo una Regione fortemente esposta perché non ci sono solo gli ingressi dal mare, ci sono pure quelli da terra, dai Balcani. Ne arrivano anche 30 al giorno". Ma di opporsi al governo presieduto dal suo segretario di partito non ci pensa proprio. Meglio far soccombere il Friuli-Venezia Giulia. "C'è un piano - cerca di chiamarsi fuori - i migranti saranno distribuiti secondo il piano e tutti dovranno fare la loro parte, tutte le Regioni, nessuna esclusa". E ai governatori leghisti dice: "Altrimenti ci dicano che non sono in grado di fare gli amministratori. Perché è quello - sottolinea - il loro lavoro, risolvere i problemi, le emergenze, fare amministrazione, non ideologia, anche quando non gli piace".

Peccato che i problemi che un governatore dovrebbe risolvere non sono trovare casa ai clandestini, ma assicurarsi che i propri cittadini stiano bene.

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