Severodonetsk può resistere. "Ma Putin ha un piano per i 120 giorni di guerra"

La situazione nella città ultimo baluardo del Donbass resta critica: incendio nella fabbrica-rifugio Azot. "I russi usano razzi anni '60". Controffensiva ucraina a Kherson

Severodonetsk può resistere. "Ma Putin ha un piano per i 120 giorni di guerra"

Le similitudini tra Severodonetsk e Mariupol sono raggelanti, ma il finale potrebbe essere diverso. Se nella località portuale le ostilità si chiusero il 19 maggio con la resa dei combattenti del battaglione Azov, a Severodonetsk la situazione, pur essendo drammatica, è aperta a scenari al momento imprevedibili. Mariupol era la testa di ponte di Mosca per avanzare in direzione di Odessa, per aggiungere territorio ad altro territorio, Severodonetsk invece è l'ultimo bastione ucraino verso la conquista del Donbass. Se cade la città, Putin metterà le mani su quella famosa mezzaluna di regione considerata l'obiettivo vitale di tutta l'operazione iniziata il 24 febbraio scorso. Kherson e Odessa diventeranno i «dettagli» nell'ottica (non imminente) di negare gli sbocchi sul mare all'Ucraina. Il direttore dell'intelligence del ministero della Difesa Vadim Skibitsky è però pessimista, e ha rivelato ieri nel corso di un briefing che Putin «ha un piano per 120 giorni di guerra. Eventuali correttivi del programma dipenderanno dal successo o meno nel Donbass. Non illudiamoci, la Federazione Russa non ha abbandonato il progetto per una completa invasione dell'Ucraina». Per queste ragioni il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov firmerà un decreto per rafforzare il numero dei soldati in campo.

Le forze russe intorno a Severodonetsk non hanno fatto progressi nel quadrante Sud della città. Sono in corso combattimenti strada per strada ed è probabile che entrambe le parti registrino un alto numero di morti e feriti. Ne è convinto l'MI6 britannico nel suo aggiornamento sulla guerra. Nell'area la Russia sta ammassando armi, pezzi d'artiglieria e si avvale dell'aviazione nel tentativo di sopraffare le forze ucraine. Gli scontri in strada sono feroci, accompagnati da bombardamenti costanti che si sono susseguiti per tutto l'arco della giornata. Alexander Stryk, il capo dell'amministrazione militare di Severodonetsk, parla di situazione drammatica: «siamo riusciti a costruire una linea di difesa, ma i combattimenti ormai si svolgono nelle zone residenziali. Stiamo tentando di respingerli, ma possono contare su un maggior numero di uomini». Senza dimenticare che l'approvvigionamento idrico non è più disponibile da circa due mesi, così come l'elettricità, e le strade sul perimetro della città sono completamente distrutte. Stryuk, come nei giorni scorsi Zelensky, chiede un invio di armi dall'Occidente: «Siamo bombardati, e non c'è rimasto quasi nulla per rispondere al fuoco. Abbiamo bisogno di artiglieria a lungo raggio e di sistemi di difesa aerea».

La situazione all'impianto chimico Azot, colpito venerdì, è poco gestibile: i missili hanno fatto esplodere un laboratorio per la lavorazione dell'ammoniaca e l'aria all'esterno è diventata irrespirabile. E come se non bastasse è in corso un violento incendio dopo una perdita di tonnellate di petrolio causata da un razzo sparato ieri mattina. Secondo Stryuk non ci sarebbero però militari ucraini bloccati nello stabilimento, e gli 800 civili sono al sicuro nei rifugi. A pochi chilometri dall'impianto di Azot sono in corso combattimenti nelle cittadine di Lysychansk (3 civili morti), Metyolkino, Ustinovka e Toshkivka. Gli attacchi russi hanno messo in ginocchio buona parte delle linee elettriche del Donbass. Da ieri anche le località di Bakhmut e Kramatorsk sono senza luce. Gli uomini del comandante Zaluzhny hanno respinto con successo un assalto nemico nelle aree degli insediamenti di Brazhkivka, Dolyna, Popasna e Voskopillya. In serata, con il supporto di mortai, artiglieria e sistemi di lancio multiplo di razzi, i russi hanno cercato di ottenere un punto d'appoggio a Bohorodychne. Le bombe sono cadute nel pomeriggio anche a Dergachi (Kharkiv). Gli ordigni a grappolo hanno lesionato edifici privati e provocato il ferimento di 3 persone.

Nel sud l'esercito ucraino ha lanciato un contrattacco su tre direzioni nella regione di Kherson. L'assalto è stato condotto a Kyselivka, Soldatske e Oleksandrivka, mentre il villaggio di Tavriiske è stato completamente liberato già nella tarda mattinata. A nord ovest di Kherson, nella regione di Mykolayiv, gli invasori continuano a bombardare senza sosta. Tre persone sono morte nel villaggio di Limany e nel capoluogo Mykolayiv è stato colpito l'ospedale, dove si trovano ricoverate circa 250 persone. Non ci sarebbero vittime, ma almeno un'ottantina di feriti.

Negli oblast meridionali l'esercito di Mosca sta utilizzando missili Kh-22 da 5,5 tonnellate, risalenti addirittura agli anni 60. I russi, secondo gli analisti, ricorrono probabilmente a questo tipo di armi perché a corto di più precisi ordigni moderni.

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